Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
10/01/2024 17:46:00

Parla un pentito, emerge la verità su dieci omicidi di mafia in Sicilia 

 Dopo trent'anni, sono stati individuati i mandanti e gli esecutori di dieci omicidi di stampo mafioso avvenuti negli anni Novanta nell'area di Barcellona, provincia di Messina. In un'operazione condotta dai carabinieri del Ros con il supporto del comando provinciale di Messina, sette persone sono state arrestate all'alba di oggi. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dalla giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore, su richiesta della Procura di Messina, guidata da Rosa Raffa, con il fondamentale contributo del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dei sostituti Fabrizio Monaco e Francesco Massara della direzione distrettuale antimafia.

Le indagini, iniziate nel gennaio del 2023, hanno portato alla luce dettagli finora oscuri su tredici attentati compiuti tra il 1992 e il 1998 lungo la fascia tirrenica messinese. Fra gli omicidi c'è quello di Angelo Ferro, agronomo ucciso il 27 maggio 1993 a Milazzo, collegato alla cattura del boss Nitto Santapaola. Altri casi includono il duplice omicidio di Antonino Accetta e Giuseppe Pirri, avvenuto il 21 gennaio 1992 nel cimitero di Barcellona Pozzo di Gotto, e l'assassinio di Carmelo Ingegneri, datato 11 luglio 1992, a Barcellona Pozzo di Gotto. Le vittime avevano un'età compresa tra i 21 e i 55 anni.

L'impulso decisivo alle indagini è giunto dalle testimonianze del collaboratore di giustizia Salvatore Micale, ex membro del sodalizio mafioso dei barcellonesi. Le sue dichiarazioni hanno permesso di identificare mandanti, esecutori e "collaboratori" dei tredici omicidi, rimasti irrisolti fino a oggi. Le sette persone coinvolte, con ruoli diversi, avrebbero partecipato agli agguati utilizzando armi da fuoco, colpendo le vittime di sorpresa. Inoltre, durante le indagini è emerso che alcuni omicidi erano stati ordinati dai vertici della mafia barcellonese per "punire" individui accusati di furti o spaccio di sostanze stupefacenti, senza aver ottenuto l'approvazione da parte di Cosa Nostra.