Anche la seconda nave romana ritrovata nel mare di fronta la costa di Marausa verrà esposta al museo archeologico di Marsala, al Baglio Anselmi, dove sono già presenti li famoso relitto della nave punica, unica al mondo, e l'altro relitto della prima nave romana.
Lo ha fatto sapere l'assessorato regionale ai Beni Culturali alla deputata dei Cinque Stelle, Cristina Cimminnisi, che aveva presentato un'interrogazione al riguardo. Ciminnisi spingeva perchè la nave fosse esposta a Marausa. La deputata, infatti, è originaria di Misiliscemi. Ma è stata delusa. E nel suo intervento all'Ars, dopo la risposta all'interrogazione, scomoda addirittura Gramsci.
Va detto, al di là del campanilismo, che comunque la scelta dell'assessorato ha una sua logica, perché potenzia ulteriormente un sito, quello di Marsala, dove già sono esposte due navi, e che pertanto potrebbe davvero diventare un polo culturale unico al mondo.
«Deludente la risposta dell’assessore Scarpinato alla mia interrogazione. Per la seconda volta frustrate le legittime aspirazioni del territorio misilese. Individuata de facto, nel Baglio Anselmi di Marsala, la sede di musealizzazione del reperto individuato nel mare di Marausa nel 2020».
Lo ha detto la deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, dichiarandosi non soddisfatta della risposta, pronunciata in aula dall’assessore ai Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato, all’interrogazione del luglio scorso nella quale si chiedeva se vi fossero ipotesi e progetti di musealizzazione della nave oneraria romana di Marausa nei luoghi in cui è stato recuperato il relitto (il cosiddetto relitto Marausa 2).
«Avevo chiesto – spiega Ciminnisi – che la nave romana rimanesse a Marausa. Purtroppo dalla risposta dell’Assessore Scarpinato emerge che questo governo di centro destra non ha intenzione di valorizzare la legittima aspirazione del nostro territorio a fare della nostra storia un valore aggiunto e, insieme, un’opportunità di sviluppo turistico e culturale che potrebbe giovare in maniera dirompente alla nostra economia locale ed anche all’intero patrimonio culturale regionale, a partire proprio da Marausa e dal comune di Misiliscemi».
«La delusione per la risposta è profonda – sottolinea Ciminnisi –: apprendiamo che l’assessorato ai Beni Culturali nei fatti ha già deciso. Speravamo, invece, che l’interrogazione stimolasse l’assessore, e il Governo Regionale, nel mostrare attenzione verso la comunità di Misiliscemi e a prenderne in considerazione l’aspirazione a collocare nel proprio territorio questo secondo relitto. Sarebbe stato un riconoscimento, non ristretto alla comunità scientifica, di come nell'antichità Marausa fosse un approdo strategico, al centro delle relazioni commerciali tra la Sicilia e l'Africa d'epoca tardo Romana».