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26/01/2024 06:00:00

Il finanziere scomodo / 5: Lubrano fatto fuori, nessuna verità per lo "sbirro infame"

Finisce oggi la nostra inchiesta, in cinque puntate, sulla storia di Antonio Lubrano Lavardera, responsabile del nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Marsala, allontanato e poi alla fine congedato dopo una serie di accuse infondate e di accaniti procedimenti disciplinari.

Proprio ieri, nella quarta puntata, abbiamo visto come nel 2020 termina il percorso di Lubrano nella Guardia di Finanza, perchè viene messo in congedo permanente, a seguito delle gravi conseguenze fisiche per il mobbing che ha subito (certificato dall'Asp di Palermo). La storia, comunque, non termina qui. 

 A fine 2020 Lubrano passa al contrattacco. Raccoglie gli atti ed i documenti su quello che ha subito. E presenta un esposto con 3000 pagine di allegati, sulla sua vicenda. La Procura di Marsala apre un fascicolo con le ipotesi di calunnia e falso ideologico, trasmettendo tutto per competenza al Tribunale militare di Napoli. Idem la procura di Trapani, che indaga invece sulle ipotesi di abuso di ufficio e di accesso abusivo a sistema informatico. Il Pm di Napoli archivia. Lubrano fa opposizione contro l'archiviazione, come suo diritto.  Il Gip del tribunale di Napoli, nel giugno 2021, gli dà ragione. Prima dichiara l’incompetenza della procura di Napoli (le vicende riguardano le procure di Marsala e Trapani, lo ha stabilito anche la Cassazione), poi individua una “pluralità di condotte commesse in concorso dai superiori gerarchici e da altri colleghi” di Lubrano.

E così, il 1° luglio 2021 l'ingombrante fascicolo processuale faceva ritorno presso gli Uffici del P.M. di Trapani. Attenzione, il Gip di Napoli, nel suo provvedimento con il quale riapre il caso, trasferendo tutto di nuovo Sicilia, aveva chiaramente  individuato gli autori dei reati denunciati da Lubrano. Eppure a Trapani viene iscritto ancora una volta un fascicolo contro ignoti. Solo sette mesi dopo, il 25 gennaio 2022, quindi ben oltre sette mesi dalla ricezione degli atti, il procedimento passa da "ignoti" a "noti", e viene iscritto  nei confronti di tre alti Ufficiali della Guardia di Finanza per i delitti di cui agli artt. 368, 479 e 572 del codice penale. Ovvero: calunnia, falso ideologico, maltrattamenti.

Ma è passato ormai troppo tempo, si sono persi un sacco di mesi in questa lunga e contorta vicenda. A Settembre del 2022 viene chiesta l’archiviazione del caso, sostenendo, tra le altre cose, che "l'azione penale non potrebbe neppure più utilmente essere esercitata essendo ormai prossima la prescrizione". Lubrano prova ad opporsi, ma questa volta, nel marzo 2023, il Gip decide per l’archiviazione. Fine dei giochi. 

Sembra che nessuno abbia avuto l'ardire di trovare una risposta a tanta "sciatteria" nell'espletamento di indagini, compiute con sperpero di denaro pubblico (per intercettazioni telefoniche, impiego di risorse materiali ed umane, e tanto altro), nemmeno il Ministro delle Finanze. già perchè la vicenda di Lubrano finisce pure in Parlamento, ed è oggetto di un'interrogazione a risposta scritta presentata alla Camera dei Deputati a fine 2021 dalle deputata di Fdi Carolina Varchi.  Nessuno risponde. Potete leggere l'interrogazione cliccando qui. 

 

Ma non finisce qui. Torniamo all’estate del 2017. Lubrano e gli altri componenti del nucleo di polizia giudiziaria della Finanza, sono già nell’occhio del ciclone per le accuse mosse dai loro colleghi. Arrivano in Procura ed alla Finanza di Marsala due buste con due proiettili e un’intimidazione, per il procuratore di allora, Di Pisa, il sostituto Trainito, e poi, sempre loro, Lubrano ed il suo braccio destro, Missuto. Minacce non nuove. Giusto per citare un precedente, nel Maggio del 2014 un'altra lettera anonima era arrivata al Procuratore per le attività di contrasto all’abusivismo edilizio, con particolare riferimento alle demolizioni degli immobili non sanabili, costruiti entro i 150 metri dalla riva del mare. E nella lettera anonima, ad un certo punto, si leggeva: "E questo vale anche per quello SBIRRO INFAME di Lubrano e dei finanzieri di via Struppa che sono ai tuoi ordini! Se non li fai calmare ce ne sarà anche per loro!...”.

Tutto viene trasmesso a Caltanissetta, procura competente per le indagini. Il pm chiede ai Carabinieri di sentire Lubrano e Missuto. Dopo averli ascoltati, i Carabinieri di Caltnissetta annotano, nella loro relazione: "…il contenuto della missiva, ancorchè a carattere minatorio, esalta la figura dei due marescialli …”. Si capisce dove si vuole andare a parare, no? Ed insomma, i due vengono intercettati, con la scusa che possono essere minacciati al telefono. Vengono messi sotto controllo ben sei telefoni, tra case e cellulari, più quattro auto. La motivazione? Sono "reticenti". Con fine astuzia, gli investigatori tendono anche anche una trappola ai due. Mandano loro un invito a comparire, a Caltanissetta, nella speranza che in auto parlino di quello che è accaduto e rivelino chissà quali retroscena.  Niente. Vengono interrogate anche le mogli. Niente. Mesi di intercettazioni, fino al 2018. Che non portano, ovviamente, a nulla. Per farla breve: non si indaga più sulle minacce, ma, ancora una volta, sui segreti inconfessabili di Lubrano e di chi lavora con lui. 

Nel 2020, arriva l'archiviazione di questo assurdo procedimento. Tra le carte, si legge anche questo passaggio:

Un'ultima piccola mortificazione, prima del sipario.

QUINTA PUNTATA  - FINE