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16/02/2024 06:00:00

  Capitale del Libro. La beffa di Trapani, battuta dalla città senza biblioteche...

Una sola libreria che fa anche da edicola, nessuna biblioteca. Un sindaco leghista. 15 mila abitanti. E’ Taurianova, paese in provincia di Reggio Calabria, nella Piana di Gioia Tauro, che, incredibilmente, ha soffiato a Trapani e ad altre tre città il titolo di Capitale italiana del libro 2024.

Un titolo assegnato con molte polemiche e la rabbia di Trapani che, a differenza del paese calabrese, ha una tradizione diversa e soprattutto una biblioteca dalla storia importante, come la Fardelliana.

Il titolo è stato assegnato da una giuria selezionata dal Ministero della Cultura che, nelle motivazioni, ha sottolineato "le grandi potenzialità del progetto" di Taurianova. Ma a dare fuoco alle polveri sono i sindaci degli altri comuni candidati ed esclusi: Trapani, Grottaferrata, San Mauro Pascoli e Tito. I primi cittadini delle quattro città finaliste, oltre a valutare l'eventualità di un ricorso, hanno inviato una nota al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, chiedendo un incontro urgente e la sospensione in autotutela della procedura di proclamazione.

Ad anticipare la scelta del comune calabrese era stato nei giorni scorsi il sottosegretario leghista Claudio Durigon che si era pubblicamente complimentato con il sindaco Roy Biasi basandosi su un'informazione avuta dallo stesso primo cittadino, suo compagno di partito. E già in quella circostanza i sindaci delle altre quattro città candidate al titolo si erano risentiti esprimendo "perplessità" e sollevando "dubbi sulla regolarità del concorso".

La scelta del paese calabrese fa felice il sindaco leghista, il sottosegretario leghista, autore dello spoiler, e certamente anche Matteo Salvini (e al ministro Sangiuliano) per smorzare anche i mugugni calabresi sull’autonomia differenziata e per avere un po’ di consenso anche in ottica Ponte sullo Stretto.
Al di là delle vicende politiche resta il progetto della cittadina calabrese. Capitale del Libro ma senza una biblioteca. O meglio, si sta realizzando la biblioteca monumentale Antonio Renda il cui completamento sarà possibile grazie ai finanziamenti del ministero. ”Contiamo di aprirla quanto prima e, quindi, abbiamo chiesto alla Commissione nell'ambito del progetto di poter inaugurare questa struttura per renderla il cuore pulsante della città” ha detto il sindaco Biasi. Un insieme corposo di incontri, mostre, concerti e opere teatrali, trainati dalla rassegna Taurianova Legge, giunta quest'anno alla sua sesta edizione, sono stati inseriti nel progetto della cittadina calabrese.


Taurianova è stato anche il primo comune sciolto per mafia, nel 1991. Il Comune della Piana di Gioia Tauro è stato individuato anche «in ragione del contesto storico e geografico, come occasione per generare un esempio di pedagogia di riscatto culturale, civile e sociale» si legge nelle motivazioni del ministero.
Per il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, però l’oppressione mafiosa non giustifica l’assegnazione del titolo: “Siamo davanti a una decisione politica. Nel Sud d'Italia, e non solo, ci sono tante Taurianova. Se diciamo che la criminalità organizzata ha fatto di questi territori carne da macello, allora il compito del Governo è aiutarli, stanziare risorse per le aree depresse, ma non con un bando di questo tipo”.

Ma c’è da dire che la città siciliana e il paese calabrese hanno anche un paio di cose in comune. Se da una lato può vantare una biblioteca prestigiosa come la Fardelliana, Trapani, però, è senza un altro luogo di cultura: un teatro. Altro particolare: Taurianova è amministrata da un sindaco leghista, Trapani da un sindaco che in campagna elettorale è stato sostenuto, sotto false spoglie, dai leghisti vicini a Mimmo Turano, assessore regionale all’istruzione.
E però Trapani mastica amaro. Anche perchè negli anni sono stati fatti diversi progetti e soprattutto è stata recuperata in modo eccellente la Biblioteca Fardelliana. Fondata da Giambattista Fardella, quasi due secoli fa. Non è una semplice biblioteca ma un vero e proprio museo. Oltre 170 mila volumi, molti sono quelli di notevole pregio: manoscritti, chorali, incunaboli, cinquecentine di alto valore artistico e documentario appartenuti per lo più agli ordini religiosi soppressi, ma anche provenienti dalla donazione del Generale Fardella o da altri lasciti. Il loro contenuto è estremamente eterogeneo: opere letterarie, testi filosofici, testi religiosi, trattati di vario argomento (medicina, grammatica, matematica).
La candidatura di Trapani è stata promossa attraverso il Catalogo Collettivo delle biblioteche e la Rete BiblioTP, con iniziative come festival e rassegne. Per l’assessore Rosalia d’Alì la candidatura presentata da Trapani si basava “su un processo di riflessione sulla povertà educativa e la fuga dei giovani, cercando di capitalizzare l’esperienza di iniziative culturali e collaborazioni intercomunali”.
Un progetto che si è visto scavalcare, invece, da qualcos’altro. Da quelle che per il sindaco sono scelte politiche, che premiano una città senza biblioteca.