Nuova udienza, oggi lunedì 19 febbraio, del processo sull’omicidio di Antonino Titone, avvenuto a Marsala il 26 settembre 2022.
Titone è stato ucciso a colpi di “piede di porco” all’interno della sua abitazione di via Nicolò Fabrizi, nella zona di “Porticella”. Per il delitto alla sbarra degli imputati ci sono Giovanni Parrinello, di 42 anni, anche lui pregiudicato, e la compagna Lara Scandaliato, di 30, difesi rispettivamente dagli avvocati Nicola Gaudino e Salvatore Fratelli.
I due imputati sono accusati anche di rapina, perché dopo l’omicidio si sono impossessati del portafogli del Titone, dal quale il Parrinello, arrestato alcune ore dopo dai carabinieri, vantava un credito. Pare, sia stata questa la causa scatenante del delitto. Fu la Scandaliato, lo stesso giorno dell’omicidio, interrogata dai carabinieri, ad accusare il compagno e a far ritrovare l’arma: un piccolo piede di porco con cui fu fracassato, con 27 colpi, il cranio al Titone. Secondo gli investigatori, alla base del fatto di sangue ci sarebbe stato, molto probabilmente, un vecchio debito non saldato della vittima per una fornitura di stupefacenti. Subito dopo i fatti, in caserma, la donna aveva raccontato di aver aspettato fuori, mentre il compagno colpiva a morte il Titone. Poi, però, anche la donna è finita in carcere. Gli investigatori, infatti, hanno scoperto che la donna non era fuori dall’abitazione del Titone, ma sarebbe stata dentro con Parrinello e avrebbe partecipato al delitto.
Durante le ultime udienze sono stati ascoltati alcuni testimoni.
Davanti alla Corte d’Assise di Trapani ha testimoniato il primo poliziotto giunto sul luogo del delitto dopo una chiamata di intervento e ha trovato il cadavere del 60enne.
Sentite anche due donne: una vicina di casa che ha raccontato di aver sentito solo delle voci indistinte dall’interno della casa della vittima, e la domestica di Titone che quella mattina era passata dall’abitazione dell’uomo ma non aveva risposto nessuno, è andata via e ha chiamato degli amici di Titone chiedendo notizie. Poi sono state ascoltate due dottoresse che hanno verificato che la Scandaliato non aveva segni di colluttazione due giorni dopo l’omicidio, e che Parrinello aveva solo un dito schiacciato nella mano destra.
Il processo è iniziato il 16 ottobre 2023, e la Corte aveva respinto le eccezioni sollevate dalla difesa di Parrinello, affidata all’avvocato Nicola Gaudino. Tra le eccezioni anche quella di legittimità costituzionale per la quale la difesa aveva chiesto l’invio degli atti alla Corte Costituzionale.
Rigettata anche la richiesta di perizia psichiatrica per Lara Scandaliato, avanzata dal suo legale.