Sabato scorso sono state commemorate le quattro vittime della frana avvenuta nel cantiere della prima Funivia ad Erice in occasione del 70° anniversario del tragico incidente.
Le vittime della frana furono Mario Simonte, di 34 anni, insieme ad altri tre operai, Giuseppe Bellia, di soli 17 anni, ericino, Salvatore Ganci, 32 anni, di San Marco Valderice e Angelo Amato, 26 anni, di Montelepre. Alla commemorazione poi alla messa in Chiesa Madre di Erice, presieduta da don Piero Messana, hanno partecipato i fratelli Roberto e Ninni Simonte, figli di Mario. "Avremmo desiderato una commemorazione diversa e soprattutto speravamo di poter rintracciare i parenti di Angelo Amato. Purtroppo ciò non è stato possibile, ma confidiamo che l'anno prossimo potremo farlo anche attraverso l'Anmil, l'associazione fra mutilati e invalidi del lavoro o, magari, tramite il giornale."
Roberto Simonte con amarezza ha detto che " quella tragedia enorme ha ricevuto scarsa attenzione e non ha portato a miglioramenti nelle condizioni di sicurezza nei cantieri. I contenziosi avviati da nostra madre, Anna Grimaldi, non hanno portato a nulla, nonostante abbia persino scritto all'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Ma era troppo tardi, i termini erano scaduti."
Il progetto della Funivia Trapani-Erice era stato approvato nel 1927, ma i lavori iniziarono solo 28 anni dopo. Nemmeno la tragica fine dei 4 operai fermò i lavori. L'impianto fu inaugurato nel 1956 e rimase attivo fino ai primi anni '80. Chiuso per oltre vent'anni, fu sostituito dall'attuale funivia, sebbene la stazione a monte sia stata spostata rispetto a quella precedente. L'edificio originale è destinato a diventare un museo. "Il Comune", conclude Ninni Simonte, che ha avuto esperienze anche recenti come consigliere, "si è impegnato a intitolare l'edificio alle 4 vittime."