Sette arresti in Bosnia Erzegovina e un mandato di cattura internazionale per Salvatore Messina, "rettore per le attività internazionali" dell'Università di Gorazde. L'accusa è di aver organizzato un giro di falsi diplomi di laurea in medicina, venduti a centinaia di studenti italiani per cifre fino a 26 mila euro l'anno.
L'Università di Gorazde, mai accreditata in Italia, era al centro del "Bosniagate", un'inchiesta che ha coinvolto anche il dipartimento Jean Monnet guidato da Messina.
Le studentesse e gli studenti italiani truffati sono più di mille. Avevano pagato rette altissime per ottenere una laurea che si è rivelata carta straccia. I diplomi falsi, stampati in una tipografia di Sarajevo, venivano utilizzati in vari Paesi, fra cui Italia, Svizzera, Croazia, Serbia e Libia.
L'operazione è stata condotta dalle forze speciali di polizia bosniache per la lotta a corruzione e criminalità organizzata. Perquisizioni a Sarajevo, Gorazde, Zenica, Travnik e Konjic hanno portato all'arresto di Kaja Imsirovic, "lady bancomat" del Jean Monnet, della direttrice generale dell'Università di Gorazde Edina Brutus e della figlia Elma Brutus, una delle fondatrici dell'ateneo.
Messina, orginario di Marsala, ma residente a Palermo, al momento si trova in un luogo non precisato.
L'inchiesta in Italia è per truffa, riciclaggio e autoriciclaggio. Le studentesse e gli studenti truffati sperano ora di ottenere giustizia e il risarcimento del danno.