Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/03/2024 06:00:00

La storia delle lauree farlocche dell’università fantasma gestita dal prof di Marsala

Un’università farlocca, che rilasciava diplomi di laurea che non avevano di originale neanche la carta su cui erano stampati. E così centinaia di ragazzi credevano di aver ottenuto una laurea in medicina da spendere in giro per l’Europa ma si ritrovavano tra le mani carta straccia. E dietro a tutto ciò c’è un siciliano, è Salvatore Messina, marsalese di origine, palermitano d’adozione.


Nei giorni scorsi la Procura della Bosnia-Erzegovina ha emesso sette mandati di arresto nei confronti di altrettante persone coinvolte nel rilascio di falsi diplomi di laurea in Medicina che sono stati poi utilizzati in vari Paesi, fra cui Italia, Svizzera, Croazia, Serbia, Libia.
Per gli investigatori l’organizzatore dell’università Gorazde è Salvatore Messina, che si è reso irreperibile.
Il blitz scattato in Bosnia ha portato a numerose perquisizioni, da Sarajevo, a Gorazde, Zenica, Travnik, Konjic.

Messina è indagato anche in Italia per truffa a centinaia di studenti e la promessa di lauree rilasciate da una presunta università italo-bosniaca.
E' accusato anche di truffa alla Ue che avrebbe elargito fondi per corsi di formazione.

Nei giorni scorsi, poco prima l’inchiesta bosniaca, è stata presentata una richiesta di effettuare un atto ispettivo al Ministero dell’Istruzione dalla senatrice siciliana Daniela Ternullo.

Una richiesta che parte dalle notizie di stampa in cui si parlava delll’università di Gorazde, che ha sede in Bosnia Erzegovina, in convenzione con il dipartimento degli studi europei “Jean Monnet”, e che rilascia lauree in Medicina e professioni sanitarie con lezioni tenute esclusivamente on line; “tale università non risulta accreditata in Italia e i titoli non sono riconosciuti nel nostro Paese”.
Nell’anno 2022-2023 gli iscritti erano 250, e tra questi alcuni erano giovani studenti siciliani.
“Risulta che le mamme di alcuni studenti si sarebbero rivolte alla stampa chiedendo di essere aiutate a capire cosa ci sia dietro questa università che ha già conferito lauree in Fisioterapia, Infermieristica e Osteopatia a cento studenti italiani. I “laureati” finora non possono iscriversi agli ordini professionali” riferisce la senatrice.


Al momento del rinnovo dell’iscrizione gli studenti erano sollecitati, via mail, a pagare rette elevatissime, da 6.500 euro.
L’università non sarebbe stata mai accreditata come istituzione estera operante in Italia dal Ministero dell’università e della ricerca, e come riferito da Luca Lantero, direttore del Centro di informazione sulla mobilità e le equivalenze accademiche (CIMEA), che opera in convenzione con il Ministero, «soprattutto è a oggi priva di accreditamento anche in Bosnia».

 

Lo stesso Lantero ha riferito che: «Quelle non sono lauree perché tale nome è solo destinato a titoli aventi valore legale in Italia, e non è questo il caso, e non sono nemmeno abilitanti». Le famiglie sono disperate e fanno presente che hanno pagato 6.500 euro l’anno, e che «Durante una riunione online durata tre ore, i laureati hanno chiesto al rettore delucidazioni sulla mancata iscrizione all’Ordine e lui li ha rabboniti dicendo che la vicenda si stava risolvendo».

Nella sua interpellanza la senatrice parla del “rettore per le attività internazionali” dell’ateneo di Gorazde, cioè il professore siciliano Salvatore Messina, che avrebbe confermato che l’accreditamento con il Ministero dell’università non c’è mai stato: «L’università bosniaca non lo ha mai richiesto», nonostante il dipartimento vanti collaborazioni con aziende sanitarie convenzionate con il sistema sanitario nazionale, dove gli studenti vanno a fare tirocini ed esami pratici.

Tra le Asp coinvolte c’è anche quella di Trapani. Oltre all’Asp di Palermo, Caltanissetta, Agrigento, gli ospedali Buccheri La Ferla, Civico, Giglio di Cefalù, Cannizzaro di Catania, le cliniche La Maddalena, Noto, Triolo Zancla.
Inoltre a settembre 2022 sarebbe stata firmata una convenzione tra ASP di Palermo e International University of Gorazde per l’attivazione di tirocini di formazione e orientamento, e questa convenzione è confermata dall’azienda. Come mai? E’ possibile stipulare convenzioni con università non accreditate.


La stessa senatrice sottolinea che “ragioni di opportunità avrebbero indotto la direzione aziendale ASP di Palermo ad una verifica, considerato che è stata concessa un’unica autorizzazione a un tirocinio in Scienze infermieristiche”.


Dal racconto delle madri si apprende che «i figli hanno fatto tirocini al Buccheri, al Civico e alla Maddalena»; sono state effettuate verifiche anche al Buccheri e tra i docenti figurerebbero anche professionisti palermitani, fra i quali il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Toti Amato, con il ruolo di prorettore alle scuole di specializzazione.


Il professor Amato avrebbe dichiarato di «essere stato chiamato per insegnare e tenere le sue lezioni, videoregistrate così come quelle dei colleghi», non esprimendosi sul mancato accreditamento. Il presidente dell’ordine dei medici che insegna in un’università i cui laureati non possono iscriversi all’ordine da lui presieduto. Un bel pasticcio.
Altri medici e professori di fama sono stati tra i docenti dell’università fantasma.
Oggi sono un centinaio gli studenti che non sanno cosa fare con la laurea conseguita.
Il presidente dell’Ordine interprovinciale di fisioterapia Palermo-Trapani, Rosario Fiolo, ha chiarito che «ci si può iscrivere all’Ordine o tramite un titolo di studio italiano o tramite decreto ministeriale di riconoscimento del titolo ad personam».


Intanto oltre 50 studenti che si sono iscritti all'università italo-bosniaca, presenteranno una class action davanti al tribunale di Londra dove ha sede una delle società in cui confluivano i soldi pagati dagli iscritti ai corsi. L'azione collettiva è finalizzata alla richiesta di risarcimento del danno subito dai ragazzi che, non solo hanno sborsato migliaia di euro per lauree non riconosciute dal ministero per la Ricerca Scientifica, ma hanno per anni frequentato inutilmente corsi privi di qualunque valore legale.
Sono stati in centinaia tra il 2022 e il 2023 a iscriversi pagando costose rette annuali - fino a 20 mila euro - per una laurea in Medicina, Odontoiatria e Farmacia, Veterinaria, Fisioterapia e Logopedia, Podologia, Ortottica e Infermieristica. Lauree senza valore.
La senatrice ha chiesto se il ministero fosse a conoscenza della situazione e di avviare le “opportune verifiche”.