Sembra destinata a ribaltarsi in appello, almeno stando alla richiesta del sostituto procuratore generale Carlo Marzella, la sentenza che nel giugno 2022 ha visto condannato l’avvocato Vincenzo Forti per diffamazione per avere espresso su Facebook dure critiche alla Camera penale di Marsala per un documento di sostegno all'avvocato Stefano Pellegrino, allora indagato per corruzione elettorale.
Forti dissentì da quel documento con termini che l’organismo dei penalisti marsalesi ritenne diffamatori per i suoi vertici. E per questo querelò il collega. In primo grado, Forti è stato condannato a quattro mesi di reclusione, più spese processuali, con pena sospesa a condizione che venga pagata alla parte civile (Camera penale) un risarcimento danni di 5 mila euro.
Adesso, nel processo di secondo grado, il sostituto procuratore generale Carlo Marzella ha chiesto l’assoluzione dell’avvocato Vincenzo Forti con la formula “perché il fatto non sussiste”.
Nelle sue conclusioni, il rappresentante della pubblica accusa scrive che “i motivi di appello appaiono fondati, non essendo emersa dibattimentale alcuna prova in ordine alla identificazione della Camera penale di Marsala quale destinataria delle offese contenute nel post facebook pubblicato” da Forti.
Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, inoltre, aggiunge Marzella, “viene del tutto trascurato un dato fondamentale: il decorso di un assai consistente arco di tempo tra il comunicato della Camera penale a sostegno dell’avvocato Stefano Pellegrino, risalente al 25 febbraio 2019, e la pubblicazione del post oltraggioso dell’avvocato Forti, intervenuto il 15 giugno 2020, quindi a distanza di oltre un anno e tre mesi”.
Questo lungo arco temporale, continua il pg Marzella, “fa sorgere il ragionevole dubbio che l’imputato abbia rivolto le sue offese proprio alla Camera penale di Marsala. Il dubbio è ancor più fondato se solo si pensa che medio tempore sono intervenute altre vicende che hanno visto sempre l’avv. Forti contrapporsi ad altri avvocati di Marsala”. La terza sezione della Corte d’appello di Palermo potrebbe emettere la sentenza nell’udienza del prossimo 10 aprile.