In Sicilia non piove più. Nell’isola della grande sete la siccità si è fatta drammatica.
Fronteggiare l’emergenza è la priorità, ma gli interventi da mettere in campo potrebbero non arrivare in tempo per scongiurare il collasso per settori strategici per l’isola, come l’agricoltura e il turismo. Si cerca di capire come fare, però, per garantire a tutti l’acqua per l’estate.
IN SICILIA NON PIOVE PIU’
Marzo ha fatto registrare un calo delle precipitazioni fino al 30% rispetto ad un anno fa. Le piogge più significative e diffuse si sono registrate soltanto nei primi 5 giorni del mese, come rileva il Servizio informativo agrometeorologico siciliano. In tutto il mese in Sicilia sono caduti in media 36mm di pioggia. Praticamente la metà della norma mensile, che negli ultimi 20 anni è stata pari a 73mm.
LO STATO DI CRISI NAZIONALE
Il governo regionale guidato da Renato Schifani ha chiesto lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica. La decisione è stata presa nel corso dell’ultima giunta e dopo aver constatato che il lungo periodo di siccità e la rilevante riduzione delle riserve di acqua in tutta l’isola stanno diventando fattori drammatici per la Sicilia, soprattutto per il comparto agricolo.
L’obiettivo del provvedimento è quello di garantire acqua potabile a tutti i cittadini e l’approvvigionamento idrico ai settori agricolo e zootecnico, oltre che alle imprese siciliane.
“La regione ha già messo in campo una serie di azioni per mitigare la crisi, ma la siccità sta diventando drammatica”, ha detto Schifani. “Servono urgenti interventi statali per operare su reti e sistemi di approvvigionamento idrico e per sensibilizzare i cittadini a un uso più razionale della risorsa”, aggiunge il governatore.
La Regione nelle scorse settimane aveva già dichiarato lo stato di crisi idrico sia per l’uso potabile che per quello agricolo zootecnico, nominando anche due commissari. In diversi comuni c’è infatti il razionamento dell’acqua.
A Palermo, ad esempio, l’Amap ha tagliato la distribuzione dell’acqua. Da oggi scatta il piano di emergenza per garantire acqua fino al prossimo inverno. Un piano che coinvolge non solo il capoluogo ma anche 47 comuni dell’hinterland.
RIECCO I DISSALATORI
La Protezione civile regionale in un dossier parla di interventi a breve e medio termine per mitigare la crisi e provare a ridurre i consumi dell’acqua.
Si parla anche di realizzare dissalatori e recuperare quelli dismessi, tra questi c’è ad esempio quello di Trapani. Il costo delle azioni a breve termine è di 130 milioni di euro, mentre per quelle a medio termine ci vorranno almeno 590 milioni di euro.
L’ATI IDRICO TRAPANI
Ben 21 comuni della provincia di Trapani hanno risposto alla richiesta del presidente dell'ATI Idrico, Gruppuso Francesco sindaco di Calatafimi Segesta , per cercare di arginare la crisi idrica in atto in tutto il territorio regionale che colpisce anche la provincia di Trapani. Il presidente ha raccolto l'invito del commissario regionale per l'emergenza ing. Santoro e dell'ing Granata del Dipartimento Regionale e dirigente Tutela Risorse Idriche, avvenuto la scorsa settimana in convocazione regionale. Diverse sono le schede presentate per cercare nuove fonti di approvvigionamento idrico, come pozzi dismessi, sorgenti, condutture di adduzione, pompe di sollevamento, autobotti, ecc...con diversi milioni di euro di richieste di finanziamento. Con queste richieste del territorio trapanese, insieme alle altre province siciliane, la Giunta Regionale Siciliana ha chiesto lo stato di Emergenza Nazionale per ottenere nuovi ed ingenti fondi di finanziamento per interventi urgenti in vista di un'estate critica oltre a chiedere anche i dissalatori, ormai necessari a fronteggiare l'emergenza.
“La speranza è che le richieste vengano accettate e quindi autorizzati gli interventi con immediati decreti di finanziamento”, dichiara il presidente Gruppuso che ringrazia i comuni che hanno risposto all'appello e l'arch. Falzone, dirigente del Libero Consorzio provinciale di Trapani nonché dell' ATI TP, per il proficuo lavoro di coordinamento. Gruppuso invita tutti i cittadini trapanesi a fare la loro parte attenendosi alle varie ordinanze sindacali per l'uso parsimonioso dell'acqua indispensabile per la vita quotidiana, a eliminare ogni sperpero e conservare la preziosa risorsa idrica ancora a disposizione.