A Trapani l’opposizione vive di “sarebbe potuto essere”. Maurizio Miceli, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, ha sfiorato l’elezione, come capita a tanti nella vita che si candidano, senza però che quella manciata di percentuale diventi il tarlo sui cui caricare ogni ragionamento. La responsabilità è sempre di chi ha deciso di non esserci nella coalizione, e come ragionamento potrebbe pure starci.
Quello che non funziona è che Fratelli d’Italia, in particolare Miceli, sembra avere tutte le verità in mano con cui accusa Mimmo Turano e ora Anna Garuccio, rei di non aver voluto essere in coalizione con loro, cioè con il partito di Giorgia Meloni. Mai che lo stesso Miceli si chieda: come mai non hanno deciso di sceglierci? Come mai la Garuccio ha deciso di non entrare in consiglio comunale?
Le domande sono un segno importate di intelligenza. Miceli, e l’allegra compagnia, non perdono occasione di dire che non hanno vinto per colpa di chi ha tradito il progetto, mai che dica chiaramente che alla Garuccio è stato chiesto di ritirare la sua candidatura per appoggiare quella di Miceli. Perché è ovvio che a fare il passo indietro sia la donna in politica giammai l’uomo, specie se appartiene a quello schieramento politico. E la colpa della Garuccio è stata quella di dire no. Secco e preciso no.
Durante i dibattiti politici, per le amministrative di Trapani di allora, la stessa Garuccio non ha lesinato critiche forti nei confronti dello stesso Miceli. Dopo un anno e mezzo Miceli ancora piange sul dato della sconfitta, addebitando la colpa a chi non ha fatto parte del progetto, mica si possono rifiutare le proposte di Fratelli d’Italia, eresia consumata e pena mortale.
Quel famoso centrodestra unito, il cui traditore a Trapani fu Mimmo Turano, a detta sempre dei meloniani, è una mano corta e una più lunga a seconda di cosa conviene a quella parte politica.
A Mazara il coordinatore provinciale, insieme alla classe dirigente, ha scelto di stare dalla parte di Salvatore Quinci (che dice di non essere più di Azione, ma candidata c’è Germana Abbagnato, coordinatrice comunale di Azione e sua ex assessore) unico simbolo di partito, mentre Turano è con Nicola Cristaldi, il resto del centrodestra con Vita Ippolito.
A Marsala, in giunta, Fratelli d’Italia c’è come unico partito di centrodestra, quando tutti gli altri sono usciti dalla giunta è stato chiesto anche a loro, appellandosi sempre al senso di unità. E’ stato risposto picche.
E’ più facile lanciare bordate contro gli altri che fare una serena critica, è ancora più difficile parlare solo di se, di quello che si vuole fare, di come lo si intende portare avanti che analizzare i fatti per come sono.
Qui un lungo post della Garuccio in replica alle parole di Miceli.
La scelta è una libertà importante, si chiama democrazia e pluralismo. Non è detto che le scelte degli altri vadano condivise ma rispettate sì, perché non si può essere indagatori e censori ad ogni passo politico altrui. Magari è tempo che Fratelli d’Italia, in provincia di Trapani, conti i suoi di passi interni, che non sono proprio armonici e le spaccature esistono.
Oggi le opposizioni, da ovunque si guardino, fanno questo: aggrediscono verbalmente gli altri senza costruire nulla più.
Per Miceli la Garuccio doveva stare in quella coalizione, tacere e camminare. Obbedire e votare.
Gravissime le parole di Miceli quando allude che la Garuccio sia entrata nel Pd per chissà quale “prebenda”, se fosse entrata in FdI sarebbe stata coperta dal manto della Meloni. Cose di ordinaria storia di Fratelli d’Italia, di ieri e di oggi.