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10/05/2024 06:00:00

Strage di Casteldaccia, oggi continuano le autopsie. Resta in coma il sesto operaio

 I polmoni di Epifanio Alsazia, Giuseppe La Barbera e Ignazio Giordano, tre dei cinque operai morti nella strage di Casteldaccia sulle cui salme sono state effettuate le autopsie, erano totalmente ostruiti da idrogeno solforato. Le analisi hanno confermato che la causa della morte è dovuta all'inalazione di questo gas sprigionato dalla fermentazione dei liquami. Le vittime avevano i polmoni completamente ostruiti. Oggi le altre due autopsie. 

Resta in coma Domenico Viola - Resta riservata la prognosi sulla vita sull'operaio di 62 anni, Domenico Viola, ricoverato nella terapia intensiva del dipartimento di Emergenza del Policlinico di Palermo. Dall'ospedale fanno sapere: "Nel corso delle ultime 24 ore, l’equipe diretta dal professore Antonino Giarratano, ha effettuato due “finestre” nella sedazione, restando sotto controllo la funzione respiratoria, supportata ancora meccanicamente, e si sono registrate alcune risposte finalizzate agli ordini semplici". L’azienda ospedaliera universitaria conferma dunque come l'operaio, superstite alla tragedia di Casteldaccia, sia ancora in coma.

Le autopsie -  Ieri il pubblico ministero della Procura di Termini Imerese, Elvira Cuti ha affidato l’esecuzione delle autopsie a quattro medici legali tutti in servizio nello stesso istituto di Medicina legale palermitano, Stefania Zerbo, Ginevra Malta ed Erika Serena Sorrentino e Tommaso D’Anna. Oggi, si procederà sulle salme di Giuseppe Miraglia e Roberto Ranieri. I quattro consulenti tecnici della Procura dovranno accertare le cause della morte e, in particolare, chiarire se il decesso sia compatibile con l’inalazione di gas tossici e dovuto ad asfissia: avranno poi novanta giorni per depositare la loro perizia con le conclusioni.

Le indagini - ll sostituto procuratore, per il momento ha iscritto nel registro degli indagati solo una persona, il geometra Nicolò Di Salvo, 67 anni, titolare della Quadrifoglio Group, l’azienda di Partinico per la quale lavoravano quattro delle cinque vittime e che aveva ricevuto in subappalto la manutenzione della rete fognaria dall’ex municipalizzata Amap: le ipotesi di reato contestate sono quelle di omicidio colposo, con l’aggravante di essere stato commesso con violazione delle norme antinfortunistiche, e di lesioni personali colpose gravissime, con la stessa aggravante.

 Alle autopsie partecipano anche altri medici legali indicati come consulenti tecnici per le parti offese. I familiari di Giuseppe La Barbera, il più giovane delle vittime, sono assistiti attraverso il consulente per la Sicilia Alessio Tarantino, da Studio3A, società specializzata nel risarcimento danni assieme agli avvocati Giuseppe Emanuele Greco e Ornella Maria Cialona, e Studio3A ha messo a disposizione il medico legale Mario Guarino.

Il lavoratore interinale non doveva essere su quel luogo di lavoro - La Barbera, che risiedeva a Villabate, e che lascia la moglie di 24 anni, due figli di appena uno e quattro anni, i genitori e una sorella, peraltro, è l’unico dei cinque lavoratori deceduti che non era dipendente della Quadrifoglio bensì (con contratto interinale) dell’Amap, le sue mansioni erano altre, in quell’inferno non ci sarebbe dovuto essere ed è sceso di sotto andando incontro ad una morte orrenda solo nel generoso tentativo di aiutare i colleghi.

Per i congiunti di Epifanio Alsazia è stato nominato come Ctp il dott. Antonio Guajana; per i familiari di Roberto Ranieri l’avv. Sebastiano D’Angelo ha indicato il medico legale Manfredi Rubino. In sede di conferimento d’incarico da parte del Pm non erano presenti altri consulenti tecnici, che potranno comunque essere nominati in secondo tempo: nessuno è intervenuto per l’indagato. Una volta ultimate le operazioni peritali il magistrato inquirente darà il nulla osta per la sepoltura e le famiglie delle vittime potranno fissare la data dei rispettivi funerali: non ci sarà una cerimonia congiunta.