Con la solennità del Teatro Massimo di Palermo come sfondo, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e la premier Giorgia Meloni si apprestano oggi a firmare il nuovo Accordo di Coesione, una manifestazione che, proprio a ridosso delle elezioni, sa tanto di propaganda.
Il teatro, solitamente palcoscenico di dramma e commedia, diventerà il luogo dove verranno promessi 220 milioni di euro per 21 progetti infrastrutturali. Una cifra che rappresenta il 21% dell’intera dotazione nazionale, destinata a essere gestita in un momento tanto critico quanto vicino all'apertura delle urne. Tra i progetti previsti dall'accordo, 800 milioni di euro sono destinati a termovalorizzatori, un dettaglio che non ha mancato di suscitare critiche aspre dalle opposizioni, con il capogruppo del Pd Michele Catanzaro che ha etichettato l'evento come "una manifestazione elettorale a spese dei cittadini, in pieno stile Wanna Marchi".
Non è solo la vicinanza elettorale a stuzzicare le polemiche, ma anche la gestione di fondi pregressi che ha visto interventi parcellizzati e, per alcuni, inadeguati come quelli del programma SeeSicily e il discutibile utilizzo di fondi europei destinati a iniziative di dubbia efficacia. Il recente fallimento del programma SeeSicily e le somme considerevoli destinate alla comunicazione hanno sollevato dubbi sulla capacità di gestione trasparente e efficace delle risorse.
Il caso Cannes e il fallimento nel gestire 3,7 milioni del Fesr sono solo l'apice di una gestione che molti vedono come sprecona e poco lungimirante. Il fatto che l'Europa abbia richiamato fondi per la cattiva gestione aggiunge solo ulteriore credito alle critiche. E mentre Schifani e Meloni si preparano a tagliare nastri e scambiare strette di mano sotto i riflettori, molti si chiedono se questo nuovo accordo sarà veramente in grado di indirizzare la Sicilia verso una gestione più consapevole e meno teatrale delle proprie risorse.
Gli occhi saranno tutti puntati sul Massimo, ma non solo per ammirare l'architettura del famoso teatro, ma per scrutare se dietro le quinte di questo grande evento politico ci sarà davvero la sostanza di cui la Sicilia ha disperatamente bisogno, o se sarà solo un'altra rappresentazione ben orchestrata, a pochi giorni dal voto.
L'Accordo di Coesione 2021-2027 per la Sicilia prevede una serie di investimenti significativi che comprendono vari settori infrastrutturali e ambientali. Ecco i principali:
- Ponte sullo Stretto di Messina: Si prevedono investimenti significativi per la costruzione del Ponte sullo Stretto, un progetto che ha destato ampio dibattito e che "scippa" risorse alla Sicilia per oltre un miliardo di euro.
- Termovalorizzatori: Circa 800 mila euro sono destinati alla realizzazione dei termovalorizzatori, essenziali per la gestione dei rifiuti e la produzione di energia.
Progetti di irrigazione:
- Ci sono 290 milioni di euro destinati a progetti di irrigazione, che mirano a migliorare la gestione delle risorse idriche e l'efficienza dell'irrigazione agricola.
Interventi su reti idriche e dissalatori:
- Gli investimenti includono la realizzazione di tre dissalatori per quasi 70 milioni di euro, volti a migliorare la disponibilità e la qualità dell'acqua.
Produzioni cinematografiche e audiovisive:
- Vengono allocati 15 milioni per supportare le produzioni cinematografiche e audiovisive nella regione.
- 135 milioni sono destinati a sostenere il comparto alberghiero e extra-alberghiero, nonostante le controversie passate legate alla gestione inefficace dei voucher turistici.
CINQUE STELLE. “Indecente è il giro elettorale che sta facendo Giorgia Meloni, con la complicità di Renato Schifani in Sicilia, che spaccia come una gentile concessione i 5 miliardi di Fondo Sviluppo e Coesione destinati alla nostra regione. La Sicilia è sempre stata una tra le regioni meno sviluppate d'Europa ed è stata Obiettivo 1 e oggi Obiettivo di Convergenza e quindi ha sempre ricevuto miliardi di fondi della politica di Coesione, il problema è stato semmai come sono stati o non sono stati spesi. Schifani pensi piuttosto a impegnare subito e bene questi fondi”.
A dichiararlo è la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante, componente della Commissione Bilancio a Palazzo Madama, a proposito dell’annuncio dell’arrivo della premier Giorgia Meloni in Sicilia per la firma dell’accordo di utilizzo del Fondo Sviluppo e Coesione.
“La nuova governance proposta dal ministro Fitto - spiega Damante - è addirittura più stringente per il territorio considerando che in precedenza si dava spazio alle Regioni di progettare come e dove impiegare tali fondi, oggi invece è il governo nazionale che commissaria le Regioni imponendo come spendere tali risorse: In Sicilia infatti destineranno un miliardo e 300 milioni di euro per il Ponte sullo Stretto ed altri 800 milioni di euro per gli inceneritori. A tal proposito, nel DL Coesione all’articolo 14 si prevede che all’interno delle risorse stanziate sui termovalorizzatori, il presidente Schifani può assumere direttamente fino a 4 consulenti. Inoltre il DL sud impone alla Regione di programmare e spendere le risorse entro un anno, pena il ritorno a Roma delle somme stanziate. Un’utopia per la nostra Regione che vede il governo Schifani impegnato solo in campagna elettorale e non sul territorio a rispondere alle istanze dei siciliani. Il 27 maggio, al contrario di Schifani, i siciliani hanno ben poco da festeggiare” - conclude la senatrice Cinquestelle.