Si è finalmente conclusa la vicenda di Salvatore Princiotta, un operatore sociosanitario di Santa Ninfa, disabile e affetto da una malattia genetica rara, che ha subito due trapianti di reni. A seguito di un banale incidente stradale, Princiotta era risultato positivo a un test antidroga eseguito dai carabinieri, il che ha portato a una serie di conseguenze devastanti: è stato indagato penalmente, processato, privato della patente e della sua auto. Questo ha avuto un impatto significativo sulla sua vita, complicando anche il suo lavoro presso una struttura per anziani a Mazara del Vallo. Princiotta ha dovuto rivolgersi a un legale per ottenere giustizia.
"È stato incredibile essere incolpato," racconta Princiotta al GDS, "quando non ho fatto altro che seguire la mia terapia antirigetto quotidiana per i miei reni trapiantati." Dopo l'incidente e il controllo da parte dei carabinieri, Princiotta ha subito il ritiro della patente e il sequestro dell'auto, trattato come un consumatore di sostanze stupefacenti.
In un primo giudizio, era riuscito a ottenere l'annullamento del verbale e la restituzione della patente, ma ha dovuto aspettare altri due anni per riavere la sua auto. A chiudere definitivamente questo amaro capitolo è stata una seconda sentenza del Giudice di Pace di Castelvetrano, che ha riconosciuto l'errore dell'autorità verbalizzante e ha ordinato la restituzione dell'auto, fondamentale per il lavoro quotidiano di Princiotta.
Tutto è iniziato nell'ottobre 2022, quando un incidente stradale ha coinvolto Princiotta. I carabinieri, seguendo la prassi, hanno eseguito un esame del sangue che ha rivelato la presenza di farmaci apparsi come allucinogeni. Questo ha portato al ritiro della patente e al sequestro dell'auto ai fini della confisca.
Una prima sentenza del Giudice di Pace, qualche mese dopo, ha dimostrato l'erroneità delle accuse. Le relazioni mediche presentate dal difensore di Princiotta, hanno chiarito che i farmaci rilevati erano parte della terapia antirigetto necessaria per Princiotta. Nonostante ciò, l'auto è rimasta sotto sequestro per oltre due anni, aggravando ulteriormente la situazione di Princiotta, che nel frattempo veniva erroneamente classificato come tossicodipendente.
Finalmente, nell'agosto scorso, un nuovo procedimento davanti al Giudice di Pace ha portato alla restituzione dell'auto. La recente sentenza ha posto fine a questa ingiustizia, riconoscendo i diritti di Princiotta e ridando dignità alla sua vita quotidiana.