Dice addirittura di essere stato "ricattato". Commenti al vetriolo quelli che accompagnano l'ultima polemica sul prezzo dei biglietti per la finale dei play off di Basket serie A2. A scendere in campo questa sera per gara 2 la Trapani Shark contro la Fortitudo Bologna, con i granata reduci dalla vittoria in gara 1 per 85 a 73. La polemica che ha tenuto banco negli scorsi giorni riguarda i prezzi accordati dalle due società sui biglietti per i tifosi in trasferta. Il prezzo concordato a 30 euro è stato calmierato a 20 euro, ma per sole 100 persone, dopo le critiche dei tifosi bolognesi.
A riaccendere gli animi, l'ultima dichiarazione di Valerio Antonini, proprietario del Trapani Shark, che dice di essere stato vittima di ricatto. Le ultime esternazioni del presidente parlano di un Paese che funziona al contrario se una società a casa propria non è libera neppure di decidere i prezzi.
“È un paese che funziona al contrario. Quando una società non ha neanche la possibilità di gestire i prezzi dei biglietti a casa sua, siamo in mano al nulla e vittime di ricatti derivanti da questo tipo di gestione che porta a prendere decisioni come quella che abbiamo preso. Non può più continuare questa forma di ricatto in cui una tifoseria, solo perché organizzata, pretende che una società sportiva regolarmente iscritta al campionato venga costretta a fare quello che dicono. È inconcepibile, frutto del degrado mentale in cui questo paese è entrato da 30 anni“ ha dichiarato Valerio Antonini dalla sua televisione, Telesud.
Non si sono fatte attendere le reazioni sui social, tra chi ne difende l'operato e chi lo attacca. C'è chi scrive: "Antonini ha ragione: ogni società a casa sua DEVE poter fare i prezzi che ritiene opportuni ( quindi a Bologna può costare 20€ e altrove 15€ o 30€). Ovviamente però senza nessun tipo di discriminazione, ossia: tifosi ospiti DEVONO pagare quanti tifosi locali, non un € di più (a parità di settore) d avere stessi ridotti o gratuiti previsti per fasce di età".
E chi invece lo critica: " C'è chi vorrebbe far diventare sport come il basket e/o il calcio, esclusivi, non più alla portata di tutti, altro che "della gente"! E c'è pure chi gli va dietro e sostiene questo modo di fare".