Ben tre periti (Caiozzo, Fontana e Genovese) sono stati incaricati dal Tribunale di Marsala per ascoltare e trascrivere le intercettazioni che saranno utilizzate ai fini della decisione dei giudici nel processo a undici presunti spacciatori di droga coinvolti, il 17 febbraio 2023, nell’operazione dei carabinieri “Virgilio”, che ha smantellamento tre gruppi criminali, guidati da donne, che avrebbero operato in concorrenza tra loro. (Qui la nostra inchiesta sulla droga a Marsala)
L’ordinanza cautelare del gip del Tribunale di Marsala riguardò 14 persone (11 in carcere), accusate, a vario titolo, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti (crack, eroina e cocaina), estorsione, riciclaggio di denaro, lesioni personali e persino un tentato sequestro di persona per il recupero crediti da un acquirente che non pagava le dosi acquistate. Dalle indagini è emerso che nel quartiere popolare Sappusi, e in particolare in via Virgilio, c’era la principale “piazza di spaccio” di Marsala. Il carcere fu disposto per i marsalesi Arianna Torre, di 44 anni, già detenuta per altra causa, Giovanni Parrinello, di 42, anche lui già detenuto (per l’omicidio di un altro pregiudicato, Antonino Titone), Pietro Lombardo, di 32, Alessia Angileri, di 32, Alessio Cristopher Pantaleo, di 35, Andrea Nizza, di 36, anche lui già detenuto per altra causa (rapine commesse insieme a Giovanni Parrinello), Massimo Licari, di 49, Gisella Angileri, di 38, e Vito Alessio Allegra, di 22, e i palermitani Giuseppe Caruso, di 35, e Antonino La Mattina, di 33. Il divieto di dimora nel comune di Marsala venne, invece, disposto per Jessica Torre, di 36 anni, e Marilena Lungaro, di 33.
Obbligo di dimora a Marsala, infine, per Antonino Davide Di Girolamo, di 43 anni. Alcuni, come le sorelle Angileri, già con precedenti per droga, sono già stati giudicati e condannati in abbreviato o con patteggiamento. Sotto processo in Tribunale, invece, sono Marilena Lungaro, Michele Adorno, Giovanni Parrinello, Jessica Torre, Pietro Lombardo, Antonino Davide Di Girolamo, Anna Maria Di Girolamo, Sergio Sangiorgio, Leonardo Titone, Valentina Galfano e Gianluca Dardo. Quest’ultimo nel giugno 2018 venne condannato ad un anno e dieci mesi di reclusione, con pena patteggiata, a seguito di un arresto in un’operazione antidroga condotta dalla polizia a fine aprile 2017. A condannare Gianluca Dardo (figlio del noto pregiudicato, sempre per fatti di droga, Gaspare Dardo) fu il gup Riccardo Alcamo.
L’avvocato difensore Diego Tranchida riuscì, comunque, a far qualificare il fatto contestato come di “lieve entità”. Tra i difensori nel processo avviato ieri ci sono gli avvocati Diego e Pasquale Massimiliano Tranchida, Giacomo Frazzitta, Nicola Gaudino, Piergiorgio Giacalone, Duilio Piccione. Lo scorso anno, nel blitz dei carabinieri vennero anche sequestrati circa 50 mila euro in contanti, ritenuti provento dell'attività di spaccio. In alcune abitazioni, inoltre, i carabinieri disattivarono le telecamere abusivamente istallate da alcuni indagati per controllare l’eventuale arrivo di forze dell’ordine. Dieci degli indagati risultarono essere percettori del reddito di cittadinanza (a cinque di loro era stato già revocato in quanto non in possesso di più i requisiti).
L’attività di spaccio è stata a lungo monitorata dai carabinieri con una serie di telecamere piazzate nella zona di via Virgilio e attraverso le intercettazioni telefoniche. E a nulla è valso il linguaggio spesso criptico utilizzato dai presunti spacciatori. Un momento chiave, dal quale sono partite le indagini, è stata la morte per overdose, nell’ottobre 2021, di una donna (D.R.B., classe ’76, già condannata per spaccio), trovata senza vita dai carabinieri dentro un’auto nel quartiere Amabilina. Il processo agli 11 presunti spacciatori riprenderà il 17 settembre. Nel frattempo, i periti nominati dal Tribunale avranno tempo per ascoltare e trascrivere le intercettazioni effettuate dai carabinieri.