Nell'aula Borsellino del Tribunale di Marsala, il processo a carico del dottor Alfonso Tumbarello sta raggiungendo le sue battute finali. Il medico è imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici. Secondo le accuse, Tumbarello avrebbe emesso falsi certificati medici permettendo al boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro, sotto l'alias di Andrea Bonafede, di ricevere cure mediche senza rivelare la sua vera identità.
Nel corso dell'udienza del 17 giugno, tenutasi di fronte al collegio guidato dal presidente Vito Marcello Saladino, è stata ascoltata la testimonianza del Luogotenente Piergiorgio Mei. Mei ha giocato un ruolo chiave nelle indagini, occupandosi dell'analisi delle prescrizioni mediche trovate nel computer e nel software gestionale di Tumbarello. La prima annotazione esaminata dal Luogotenente risale a febbraio 2023, coprendo un periodo che va dall'aprile 2014 al dicembre 2022.
Durante l'udienza, è emerso che in una delle "tabelle" esaminate, le prime quattro righe dei dati estratti dal pc di Tumbarello mostravano un "NULL", indicando l'assenza di dati inseriti in quelle specifiche celle di memoria. Alla domanda del legale difensore di Tumbarello, Giuseppe Pantaleo, il Luogotenente ha precisato che non era stata condotta un'analisi comparativa per verificare la presenza di dati in altre cartelle, poiché il suo compito era quello di rendere intellegibili i dati raccolti.
Inoltre, Mei ha confermato la scoperta di prescrizioni farmacologiche intestate a "Andrea Bonafede, nato nel 1963", la cui prima prescrizione, datata 17 giugno 2019, era relativa a una dispnea da sforzo. Questo dettaglio potrebbe avere implicazioni significative per il caso, suggerendo l'uso continuato di una falsa identità da parte di Messina Denaro per eludere la legge.