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20/06/2024 06:00:00

Trapani, ecco dove gli uomini maltrattanti imparano a cambiare

 A Trapani è aperto da sole tre settimane, e già sono 15 le richieste di aiuto da parte di uomini di ogni età per imparare a non maltrattare e/o usare violenza. Si chiama Cuav ed è il Centro per Uomini autori o potenziali autori di violenza di genere, e si trova al Palazzo degli Ulivi, alla Cittadella della Salute.

È un punto di ascolto dove “un particolare comportamento degli uomini sulla violenza di genere o comportamenti con natura illecita ma non di carattere penale – spiega il direttore generale dell’Asp Ferdinando Croce - troveranno finalità riparative, insieme a una importante funzione di prevenzione”.

Non solo. È anche un centro dove uomini o ragazzi senza alcuna condanna, di loro spontanea volontà, possono recarsi e rivolgersi per intraprendere un percorso e imparare ad autocontrollarsi nei modi di fare e dire. Ad aiutarli un pool di esperti e psicologi che li accompagnano in questo iter.

Lo sportello Cuav: "funziona, ma solo con sinergia"

Lo sportello Cuav, Centro per uomini autori di violenza, è finanziato dall’assessorato regionale della Famiglia e Politiche sociali e gestito dal Centro italiano per la mediazione familiare.

E a renderlo operativo attraverso un lavoro di rete è il protocollo di intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e domestica che ha visto tra i firmatari, il direttore Croce per l’Asp, i Tribunali di Trapani e Marsala con le presidenti Alessandra Camassa e Daniela Troja, le Procure di Trapani e di Marsala con i procuratori Gaetano Paci e Fernando Asaro, l’Ufficio locale di Esecuzione penale esterna con Rosanna Provenzano. Presente anche il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli.

Lo sportello Cuav è una arma concreta nel preveniere e contrastare maltrattamenti e violenze. Ogni percorso fallito, infatti, potrebbe costare la vita ad una persona, ad una donna. 

Come già successo: nel 2023, Maurizio Impellizzeri ha assassinato Mariella Marino. Le ha sparato in strada. Aveva ottenuto la sospensione della pena dopo aver accettato di intraprendere un percorso in un Cuav – Centro per uomini autori di violenza. Il 9 novembre del 2021, a Reggio Emilia, Mirko Genco uccise Juana Cecilia Hazana Loazya: era stato in percorso in un Cuav. L’8 giugno 2022, a Vicenza, Zlatan Vasiljevic, dopo aver fatto un percorso in un Cuav, uccise Lidia Miljkovic e Gabriella Serrano. Finì suicida sulla Valdastico dopo aver lanciato due granate che per fortuna non fecero altre vittime

Tre su migliaia di casi accolti in 94 centri: solo nel 2022 circa 4174 casi segnalati da 91 dei centri attivi sul territorio.

A Trapani, la sinergia che si respira è però reale. "Questo protocollo è già attivo", non è formale, assicura Alessandra Camassa, presidente del Tribunale di Marsala.

Un adolescente al Cuav, salvato dalla suocera

A raccontarlo il procuratore del Tribunale di Marsala, Ferdinando Asaro per sottolineare l'importanza del Cuav. Una storia di denuncia volta alla salvaguardia della vita di una donna e al recupero della persona maltrattante.

In una causa che si celebrava nella sua aula, la suocera ha denunciato il ragazzo della figlia per maltrattamenti, così il procuratore ha attivato il percorso. "In questo modo si salvano gli uomini" ha sottolineato Asaro.

La storia siamo noi

La maggior parte degli uomini vengono spinti al centro di ascolto contro i maltrattamenti su sollecitazione dalle compagne, dalle mogli o da persone vicine. C'è chi arriva poi in maniera spontanea, ma sono veramente in pochissimi. Fondamentale è fare rete e far sapere che il Cuav esiste, e stimolare o a rivolgersi direttamente al Cuav.

Può facilitare le persone maltrattanti perlomeno a mettere in dubbio i loro comportamenti, anche solo dire “ma guarda che esiste questa associazione, perché non vai a parlare, a vedere se ti possono aiutare in qualche modo”.

Fare rete e far sapere che esiste il Cuav a chi ne ha bisogno, è importante per far cambiare le cose. "Perché la storia siamo noi", e siamo noi a cambiare in meglio il corso degli eventi, come ha efficaciemente sottolineato Daniela Troja, presidente del Tribunale di Trapani.