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22/06/2024 06:00:00

Le conseguenze dell'autonomia differenziata in Sicilia

L'approvazione della legge sull'autonomia differenziata - lo "spacca Italia" -  ha suscitato un acceso dibattito, specialmente in Sicilia, dove le conseguenze rischiano di acuire le già esistenti disparità socioeconomiche e sanitarie. La Sicilia, come altre regioni del Mezzogiorno, potrebbe vedere un ulteriore peggioramento nei servizi pubblici essenziali, in particolare nella sanità, settore già caratterizzato da gravi inefficienze.

La sanità siciliana: un quadro preoccupante
Secondo il Rapporto "Opportunità di tutela della Salute: le Performance Regionali" redatto dal Crea Sanità, la Sicilia figura tra le regioni con i peggiori indici di performance sanitarie, con livelli di tutela della salute nettamente inferiori rispetto al Centro-Nord. Tra i principali indicatori considerati vi sono il tasso di accessi al pronto soccorso, la spesa sanitaria, e la quota di persone che rinunciano alle cure, con la Sicilia che registra risultati fortemente insufficienti. La situazione critica della sanità siciliana rischia di aggravarsi ulteriormente con l'implementazione dell'autonomia differenziata, che potrebbe ridurre le risorse e l'efficienza dei servizi sanitari regionali.

Reazioni alla legge sull'autonomia differenziata
L'approvazione della legge ha sollevato molte critiche. Il Movimento 5 Stelle ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esortandolo a considerare la possibilità di rinviare la legge alle Camere, definendola una riforma che "scardina l'assetto costituzionale". Anche la Commissione Europea ha espresso preoccupazioni, sottolineando che la devolution di ulteriori competenze alle regioni potrebbe comportare rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese.

 


Le reazioni in Sicilia
Dario Safina, deputato regionale del PD, ha espresso preoccupazione, definendola una minaccia per l'equità sociale: “Una misura che ritengo rappresenti una grave minaccia per l'equità e la giustizia sociale nel nostro Paese.” Domenico Venuti, segretario provinciale PD Trapani, ha criticato la legge: “Dividere anziché unire, ampliare il divario socio-economico tra nord e sud.” Roberta Schillaci del M5S ha accusato Schifani di non tutelare la sanità: “Schifani cerchi di fare qualcosa di concreto per tutelare il diritto alla salute, sempre più a rischio in Sicilia.” La mobilitazione contro la riforma è in pieno svolgimento, con l'idea di un referendum abrogativo.

La frattura politica
Il dibattito sull'autonomia differenziata ha creato divisioni all'interno dello stesso centrodestra. Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, siciliano ed ex presidente della Regione, ha cercato di smorzare le critiche affermando che "il Sud deve smettere di continuare a piangere". Tuttavia, figure come il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, hanno definito la riforma un "errore", suggerendo che potrebbe trasformarsi in un boomerang elettorale per la coalizione di governo.


Il referendum
Le opposizioni stanno valutando diverse strategie per contrastare la legge, inclusa la raccolta di 500.000 firme per un referendum abrogativo. Inoltre, si sta considerando la possibilità di un ricorso alla Corte costituzionale da parte di una o più regioni per aprire un conflitto di attribuzione. Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, ha già annunciato che la sua regione promuoverà il ricorso.