La crisi idrica morde la Sicilia e a Trapani la situazione è drammatica. "Non possiamo aspettare, servono interventi immediati" è la richiesta immediata del sindaco di trapani Giacomo Tranchida, che lancia l'allarme: pozzi a secco, dissalatore abbandonato, desertificazione in agguato.
Il sindaco ha convocato un Consiglio Comunale straordinario per il 16 luglio con l'intento di affrontare l'emergenza. Mentre in sede di assemblea ANCI Regionale, lo stesso Tranchida ha esortato i sindaci presenti a reagire. "Alzeremo la voce contro il Governo Regionale e Nazionale", avverte il primo cittadino, chiedendo la riattivazione urgente del dissalatore abbandonato da 18 anni e l'installazione di impianti mobili per scongiurare il peggio.
"La Sicilia è condannata alla desertificazione, non possiamo permetterci di perdere anche le falde acquifere", avverte Tranchida. Gli esperti prevedono che entro il 2030 il 30% dell'isola sarà arido. "Dobbiamo agire ora, prima che sia troppo tardi".
500 mila euro stanziati per potenziare i pozzi, ma non basta
La Regione ha stanziato 500 mila euro per potenziare i pozzi trapanesi, ma Tranchida insiste: "È solo una goccia nel mare. Serve un piano d'emergenza serio, con investimenti massicci per ammodernare gli impianti e riattivare il dissalatore".
Tranchida ha chiesto un incontro urgente con il Governatore Schifani per discutere della crisi idrica. "Non possiamo più perdere tempo, la situazione è critica. Chiedo al Governatore di ascoltare il grido d'allarme dei sindaci e di intervenire con decisione per salvare Trapani dalla sete" e rivolge un appello ai cittadini: "facciamo tutti la nostra parte, risparmiamo l'acqua e segnaliamo eventuali sprechi. Solo uniti possiamo superare questa emergenza".