In una città spesso litigiosa e divisa, sono oltre 20, tra Associazioni culturali e Ordini professionali, a ritenere che il recupero del Castello della Colombaia di Trapani sia non solo un fatto tecnico ed edilizio, ma soprattutto un intervento che riguarda l'identità della città, il suo passato e il suo sviluppo e futuro.
Nello specifico sono: Amici della terra Tp, ArcheoAEgates, Ares onlus ets, Centro Italiano Femminile, Fondazione Architetti Tp, Gruppo Archeologico Drepanon, Italia nostra Tp, Legambiente Tp, Legambiente Pizzo cofano, Lega navale Tp, Mema, Nova Civitas, Trapani welcome. 
In una nota congiunta, le associazioni promotrici hanno specificato che "nessuno dopo tre fasi di abbandono del Castello - nel 1965, 1993, 2012 - vuole una quarta fase ed è forte e comune la preoccupazione che le somme stimate dalla Regione nel 2021 bastino oggi, visti i recenti aumenti di oltre il 30%, ad essere forse sufficienti per il solo recupero edilizio, tanto che è più che un rischio il trovarci alla fine del 2028 (c’è stata una proroga nazionale di 2 anni) con un Castello ripristinato – ma senza essere stato profondamente conosciuto e studiato – vuoto e privo di manutenzione, ancora da allestire come Museo e come Centro di ricerca, pronto solo ad ospitare servizi economici e commerciali.
Lontani da ogni personalismo, le Associazioni promotrici egli Organi professionali partecipanti hanno concordato invece sugli ottimi obiettivi che erano stati fissati nel PNRR per un intervento "finalizzato a rilanciare un’intera zona della Sicilia", capace di "rendere Trapani laboratorio per un nuovo tipo di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale", volto a restituire "alla città ed alla Sicilia, dopo i lavori, più di un bene culturale ben manutenuto ovvero un centro propulsivo della cultura e dell’economia dell’Isola”.
E’ stato quindi riconosciuto come molto grave, se non persino gravissimo, l’allarmante e protratto silenzio degli enti preposti alla redazione del “Progetto integrato di restauro, fruizione e valorizzazione dell'immobile costiero Colombaia – Castello di mare – Torre Peliade" che in premessa doveva “mirare non solo alla valorizzazione del bene attraverso il restauro e l’attività museale, ma anche allo sviluppo della ricerca scientifica, attraverso la creazione di centri d'eccellenza, attività didattiche divulgative e un centro convegnistico" e di cui è mancata ogni informazione: sulle doverose indagini preliminari sul Castello; sulle soluzioni progettuali adottate; sui contenuti e suddivisioni di eventuali lotti funzionali, così come non risultano essere mai state neppure avviate quelle "fondamentali partnership con Istituti Universitari e Associazioni ambientaliste di primaria importanza” che avrebbero dovuto persino precedere la stesura di un progetto di forte impatto per lo sviluppo dell’isola.
Si ha così ragione di temere un ormai prossimo parere della Commissione Regionale dei Lavori Pubblici su un progetto redatto senza analisi preliminari, nell’assenza di ogni valutazione o concertazione locale, senza garanzie sul raggiungimento degli obiettivi del PNRR: un parere che rischia di essere un pronunciamento tombale su un progetto di recupero ignoto ai più e che sembrerebbe più orientato a prevedere attività commerciali piuttosto che a promuovere strutture funzionali allo sviluppo locale.
Le associazioni hanno quindi condiviso di costituire un Comitato spontaneo e avviare da subito delle iniziative comuni, richiedendo un incontro con l'Assessore Regionale ai BBCC e intervenendo sulla Commissione Regionale ai LL.PP. affinché subordini il suo parere all’ effettuazione di approfonditi studi sul Castello e al reale perseguimento degli obiettivi indicati nel PNRR. Tra le proposte formulate nel corso dell’incontro: quelle di alzare ulteriormente il livello dell’iniziativa coinvolgendo le migliori energie della città, come pure l’organizzazione di un momento collettivo volto a definire ancora meglio gli obiettivi di sviluppo così come espressi nel PNRR".