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28/07/2024 07:20:00

La vendemmia in provincia di Trapani: le previsioni

La vendemmia più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni, quest’anno è iniziata con un anticipo di dodici giorni. Un record per alcune zone, come nei territori di Menfi, dove già si vendemmia Pinot Grigio e Chardonnay. Un inverno e una primavera caldi, privi di piogge, hanno promosso un precoce germogliamento e, di conseguenza, un’anticipazione di tutte le fasi fenologiche e fisiologiche della vite. Nonostante le condizioni siccitose, non sono presenti segni di stress idrico e le uve sono perfettamente sane e integre.

I vigneti siciliani, quindi, si presentano in ottimo stato fitosanitario e qualitativo; alcuni vitigni coltivati negli areali dell’isola rivelano una naturale e performante resistenza alle estreme condizioni siccitose. Per l’annata 2024 è stimato un aumento intorno al 10-15% rispetto alla precedente annata ma un calo fisiologico rispetto a una media ottimale. I vitivinicoltori in Sicilia si rivelano capaci di governare la siccità grazie all’utilizzo di portainnesti innovativi e all’uso di prodotti naturali detti corroboranti che riparano dagli stress ambientali e dalle ondate di calore. Infine, una corretta gestione del suolo e delle risorse idriche, insieme alla sperimentazione avviata con sensori che monitorano lo stress idrico, consentono l’irrigazione di precisione e l’ottimale uso dell’acqua. Dopo il via nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, la vendemmia prosegue con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.

«La vendemmia siciliana è un momento di grande confronto per i vitivinicoltori dell’isola - commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – Le previsioni per l’annata 2024 parlano di qualità e di uve sane e integre ma anche di tecniche agronomiche e di gestione del suolo che oggi consentono di affrontare meglio la siccità in Sicilia e nei vigneti. Il problema della gestione delle risorse idriche non può essere affrontato in maniera autonoma dai singoli produttori ma occorre una visione politica d’insieme che consenta di attuare in maniera strutturale un piano idrico. La Sicilia ha la fortuna di godere di una straordinaria varietà che si traduce in una diversità della produzione vitivinicola» - conclude Mariangela Cambria.
 

Sicilia Occidentale

Il clima caldo ha favorito la crescita delle uve che sono sane ed integre. Ad oggi, la qualità delle uve è ottima, e non si registrano problemi di oidio né di botrite. Le limitate riserve idriche nei vigneti, insieme all’inizio precoce dell’estate, hanno accelerato tutte le fasi fenologiche della vite.
«Abbiamo osservato un germogliamento precoce con un anticipo di circa 10 giorni, seguito da una fioritura precorsa alla fine di aprile e da un'invaiatura altrettanto anticipata. Questi fattori hanno reso necessario anticipare la vendemmia di circa 12 giorni rispetto agli anni precedenti.
Per quanto riguarda la quantità, siamo nella media annua, al momento tutte le varietà stanno rispondendo bene, sia a livello qualitativo che quantitativo e prevediamo un aumento produttivo rispetto alla campagna vendemmiale 2023» - commenta Filippo Buttafuoco, tecnico viticolo.
«I vantaggi sono stati di tipo fitosanitario perché gli eventi climatici siccitosi hanno favorito la crescita di uve particolarmente sane. Lo svantaggio può essere costituito da maturazioni precoci, soprattutto per le uve bianche non autoctone, anche di 20 iorni rispetto all’annata precedente» - aggiunge l’agronomo Ennio Gugliotta.