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03/08/2024 06:00:00

Dalla vicenda di Patti alle cronicità dell'ospedale di Marsala. Ecco come sta la Sanità in Sicilia...

 In una Sicilia devastata dalla crisi della siccità e dall’emergenza incendi quasi non fa più rumore la gravità in cui versa la Sanità isolana. Problemi che si sommano, piccoli varchi di speranza che poco portano in benessere collettivo e a tutela del diritto alla cura e al diritto a lavorare in luoghi consoni.

A Patti, in provincia di Messina, all’ospedale Barone Romeo una frattura del perone è stata bloccata con un cartone perché mancavano le stecche.
Il padre del ragazzo ha denunciato pubblicamente l’accaduto: “Chiedo al presidente Schifani, all’assessore alla Sanità e ai deputati regionali se si può uscire dal Pronto soccorso di Patti con un cartone al posto delle stecche. Preciso che i sanitari non c’entrano nulla, fanno solo sacrifici. Solo due medici di turno e da più di un mese mancano le stecche per stabilizzare gli arti. Mi piacerebbe tanto regalare al presidente o all’assessore il cartone con cui è stata steccata la gamba di mio figlio”.

L’ennesimo grave episodio che perimetra la sanità siciliana, che si muove all’interno di difficoltà evidenti, carenza di personale che per il periodo estivo vede una utenza raddoppiata, pochissime risorse e ospedali fatiscenti.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha chiesto subito di avviare una ispezione. L’assessora Giovanna Volo è stata consequenziale: “Essendo venuta a conoscenza dai giornali di questi gravi fatti mi sono attivata immediatamente, in pieno accordo con il presidente Schifani, per accertarne l’origine e verificare l’eventuale mancato rispetto delle procedure previste dai protocolli. Dopo aver sentito i vertici dell’azienda sanitaria di Messina, ho dato mandato al dipartimento Attività sanitarie dell’assessorato, guidato dal dirigente generale Salvatore Requirez, di procedere con la massima urgenza a un intervento ispettivo. Questo sarà svolto nelle prossime ore e gli esiti mi saranno riferiti al fine di verificare le eventuali responsabilità e adottare i provvedimenti idonei al superamento delle criticità accertate”.

Schifani si è scusato a nome della Regione con il papà del giovane: “Ho chiesto scusa a nome della Regione siciliana. Non ce l’ho con i medici, so bene che sono di frontiera e lavorano in condizioni a volte molto complicate. Ma sarò implacabile con i responsabili non appena avrò l’esito dell’ispezione che ho disposto”. A Messina poi i medici hanno sostituito il cartone con un tutore.

Bisognerebbe fare un giro per tutti gli ospedali siciliani per capire la gravità delle condizioni in cui i pazienti sono costretti a stare e medici ed infermieri a operare. Le ispezioni non dovrebbero arrivare solo quando un fatto diventa di dominio pubblico.

L’ospedale di Marsala vive delle cronicità che si sono acutizzate negli anni, vittima di scelte politiche che ne hanno di fatto smembrato reparti. Sembra una cattedrale nel deserto, l’ingresso è pieno di erbacce secche ed incolte, il pronto soccorso è cadente, muri imbrattati, scrostati, pannelli divelti. Medici che sono sottoposti a turnazioni infernali e che sono sempre meno rispetto al fabbisogno.

Non va meglio ai piani superiori. Si parla tanto di decoro e di umanizzazione degli ospedali ma se il biglietto di ingresso è una sterpaglia morta il proseguo non è prosastico. Gli annunci, finora pure troppi, sul padiglione non restituiscono nulla ad una utenza che raddoppia in estate, che se arriva in ospedale non è per farsi un giro in corsia ma perché sta male. La carenza di personale poi non mina solo la sopravvivenza degli ospedali ma mina proprio l’accesso alle cure.

Nella giornata di giovedì il manager dell’ASP 9, Ferdinando Croce, ha fatto un sopralluogo al cantiere dei lavori del padiglione infettivologico dell’ospedale Paolo Borsellino, ne dà comunicazione parlando di “Fruttuoso sopralluogo”. Se sarà fruttuoso lo diranno i fatti a stretto giro.

Poi ha continuato: “E’ una struttura che completa l’offerta assistenziale del ‘Paolo Borsellino’, a cui è connessa tramite un tunnel che opera un collegamento non solo strutturale ma anche funzionale, giungendo infatti al reparto di Radiodiagnostica. Recuperando questi grandi spazi si potrà giungere anche a una risistemazione complessiva delle unità operative del plesso principale, per poter così dare risposte sempre più concrete ai nostri pazienti”. Sarebbe già buona cosa dare risposte e non continuare ad affidarsi alla preghiera quando si entra in ospedale.

Intanto in atto c’è la rimodulazione della rete ospedaliera, una riscrittura della mappa di reparti e posti letto in tutte le strutture pubbliche della Sicilia e va completata entro fine anno. La linea guida è quella di cancellare reparti doppioni, aumentare le aree di emergenza e creare i pronto soccorso anche nella cliniche private.