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05/08/2024 06:00:00

Il turista cittadino: Il Bastione dell'Impossibile. Le immagini del degrado 

Il mio viaggio in quella che un tempo era una delle città più importanti del mediterraneo, inizia qui, dinanzi a questo bastione chiamato "dell'Impossibile". Sull'origine del nome probabilmente la sua grande incorruttibilità e il pieno assolvimento della funzione difensiva, quindi l’impossibilità a superare le mura, anche se vi è un’altra teoria, forse più accreditata, che vede nell’origine del nome, la grande difficoltà, che rendeva quasi impossibile appunto la sicura costruzione dell’edificio a causa dell’instabilità del terreno dovuta alla sua composizione paludosa e poco edificabile.


A farlo costruire fu il grande Imperatore Carlo V, dopo la sua visita a Trapani che definì la città falcata "Chiave del Regno", un appellativo decisamente non da poco, e che ci fa intuire la grande importanza che questa città aveva nel 500'. L’imponente costruzione rientro infatti nei piani di ammodernamento ed efficientamento del sistema difensivo costiero militare che lo stesso Carlo V volle attuare per difendere le coste del suo impero dagli attacchi nemici.

Oggi, l'abbandono, il nulla, il degrado più assoluto. Vi è rimasta solo la pietra, la struttura che gli antichi ci lasciarono in eredità. Non c'è più cura, la consapevolezza delle grandi opportunità e di quello che questo territorio può esprimere davvero. Un tempo la città in linea d’aria iniziava e finiva qui, in questo punto. Un monumento che i trapanesi dovrebbero difendere e pretendere di vedere splendere insieme a tanti altri.

Invece niente. In passato si è tentato di renderlo visitabile, vi era anche un bar sul tetto. Ma oggi vi resta solo un lontano ricordo e una scala inagibile e vandalizzata dal tempo e dalle inciviltà umane, che, si sa, pullulano ove la coscienza dei giusti si addormenta.

Sono il turista cittadino e il mio viaggio per questo territorio comincia da questo luogo, con delle immagini, delle fotografie che dicono tutto. Ma non voglio fermarmi qui, vi condurrò in altri posti simbolo del nostro territorio in balìa del nulla e del vuoto, e che gridano malinconia e abbandono più assoluto, ma soprattutto indifferenza.
 

Roberto Valenti