Volete mettere i tempi di quando si cantava con Franco Battiato “La stagione dell’amore che viene e che va”!?
Oggi, molto piu’ prosaicamente, ci tocca quella de “la stagione dell’acqua”, che va e viene e che, quando viene, si perde per le strade.
Oggi, viene? Domani? Forse! Dopodomani? Chissà!
Un tormentone estivo che ha reso insopportabile la vita civile e quotidiana a gran parte del laborioso popolo salemitano (ovviamente sempre ad eccezione per i soliti noti, quelli piu’ uguali agli altri, per intenderci).
A rendere piu’ frustrante l’attesa del prezioso liquido, l’incertezza, l’assenza di una calendarizzazione pubblica dell’erogazione . Forse perché ignota anche alla stessa Amministrazione.
Un vivere alla giornata, che, alla lunga, snerva tutti e porta la gente a straparlare, a malignare, a imprecare ma, purtroppo, mai vero i veri responsabili.
All’origine di tanto disordine, c’e’ un sistema idrico che fa acqua da tutte le parti. Perché meravigliarsi se alla fine gli unici ad avere un beneficio economico sono i proprietari di pozzi e i titolari? Mentre alla collettività sono riservati il danno e la beffa. Sono gli effetti del capitalismo sfrenato che tanti in teoria condannano ma che si finisce per accettarlo supinamente, affidando la gestione della cosa pubblica a partiti e associazioni nati e finanziati da grandi gruppi finanziari.
Basti pensare a quel giugno del 2011 in cui si svolse un referendum nazionale che sanciva in modo netto che “l’acqua e’ un bene comune e collettivo” e di conseguenza non si doveva privatizzarne la gestione”.
E’ accaduto invece tutto il contrario. In dispregio alla volonta’ espressa da quei 27 milioni di italiani, partiti e gruppi d’interesse hanno infranto la volonta’popolare affidando la gestione dell’acqua a “Siciliacque”, una società mista, ma, stranamente, classificata come "impresa pubblica" (nonostante sia prevalentemente privata), costituita per il 75% da soci industriali e per il restante 25% dalla Regione.
Cosi stanno effettivamente le cose e dovrebbe essere noto a tutti. Ai responsabili di partiti ma anche ai cittadini.
Compito della maggioranza e’ quella di risolvere i problemi, quello dell’opposizione e’ di interpretare il disagio dei cittadini. Stimolare l’Amministrazione a fare in fretta e bene, non ci sembra lesa maestà. A ciascuno il suo, e’ la democrazia.
Il governo regionale in questi mesi ha trovato utile rifugiarsi dietro l’alibi della siccità. Castigo di Dio!
Ma chi ha buona memoria politica ricorderà che anche 22 anni addietro ci fu un’annata secca, se non simile a quella attuale, poco ci mancò.
Tanto e’ vero che In quel periodo il presidente della Regione Siciliana dell’epoca fu nominato dal governo nazionale commissario straordinario per l'emergenza idrica.
Quello dei “commissari straordinari” e’ un antico espediente per rinviare nell’immediato la soluzione del problema. Per narcotizzare l’opinione pubblica si promettono mirabilia. Fumo negli occhi.
In quel momenti di crisi si promisero “mare e monti”. Meglio, fiumi di acqua da fare arrivare alle case degli utenti come accade nei paesi e regioni civili.
Non solo. Fu promessa la messa regime delle varie dighe che popolano la nostra isola, e persino il rifacimento degli acquedotti.
Complice anche una certa stampa compiacente, fu un’apoteosi.
Nessuno che ricordi queste cose e si chieda che fine hanno fatto quei finanziamenti e quelle promesse.
Non solo perché non se fatto nulla, ma, per essere piu’ precisi, lo stato delle cose e’ andato con gli anni peggiorando.
Cambiamento climatico o meno, prevedere un disastro come quello a cui stiamo assistendo non occorreva essere profeti di sventure.
“I rubinetti a secco, i disagi quotidiani e l’incertezza che ci accompagna ogni giorno sono diventati ormai la nostra realtà. L’acqua influenza il nostro modo di organizzare la vita quotidiana”, scrive Antonina Grillo, già assessora ai tempi di Sgarbi e assessora mancata della candidata a sindaco Giusy Spagnolo.
Tutto giusto. Ma dovrebbe sapere anche le cause di questo disastro annunciato. Come dovrebbero saperlo in tanti: politici e cittadini, i primi perché hanno mal governato la Regione e i cittadini che lo hanno consentito.
Gli effetti a Salemi sono sotto gli occhi di tutti: ci sono state zone del territorio comunale rimaste senza acqua per più di un mese. Famiglie che, per soddisfare le piu’ elementari esigenze igieniche, hanno dovuto mettere mano al portafoglio per “ordinare” la famigerata autobotte.
Pur non trovandosi tutti nelle condizioni economiche di poterlo fare. Una “tassa” uguale per tutti: pensionati al minimo e agiati professionisti. Quanto di piu’ iniquo ci possa essere. In una democrazia sostanziale, anche nelle emergenze occorre pensare anche alle famiglie meno abbienti.
Tanto bravi come siamo a pensare a murales commemorativi e alla cultura elargita a piene mani, in tutte le sue forme ed espressioni, poi ci lasciamo sommergere dall’indifferenza e dall’avarizia nei confronti dei ceti meno fortunati.
A peggiorare le cose, anche la mancanza di un’adeguata comunicazione da parte dell’Amministrazione, anche quella riguardante l’andamento dei lavori per i nuovi pozzi .
Nel frattempo, le foto di acqua che si disperde per le strade e recipienti colmi d’acqua sporca, hanno “inondato” i profili social.
Ammettiamolo. Avere i rubinetti di casa asciutti e vedere fiumare d’acqua che si disperdono sul manto stradale non e’ un bel vedere. Come al solito, malumori e imprecazioni contro tutto e tutti. Come al solito, tutti responsabili, nessuno responsabile!
Nel frattempo, l’assessore al ramo Leonardo Bascone sta cercando di tappare i buchi come meglio può. Ma si tratta di palliativi e Non d’interventi strutturali, si tratta, ma di palliativi. Dopodomani, sarà punto e a capo, in altra zona della Citta’.
E cosi, mentre ero in procinto di inviare il pezzo in redazione, ecco arrivarci l’ennesima segnalazione.
Nella frazione di Ulmi, dal sei giugno all’altezza del numero civico 779 non arriva l’acqua ma in compenso si e’ aperta una nuova falla dalle dimensioni davvero impressionanti.
Franco Ciro Lo Re