L'indagine antimafia, che ha portato all'arresto di diversi esponenti della famiglia mafiosa di Alcamo e Calatafimi, ha svelato anche un sistema di corruzione che ha coinvolto un concorso pubblico per l'assunzione di psicoterapeuti all'interno dell'ASP di Trapani. Tra i principali accusati figurano dirigenti sanitari, politici e membri della mafia locale, a vario titolo coinvolti in operazioni di voto di scambio e corruzione.
Il concorso truccato
L'indagine ha fatto emergere il coinvolgimento di Guido Faillace, Direttore dell'Unità Operativa "Servizi per le Tossicodipendenze SerT" di Alcamo (deceduto meno di un anno fa) in un caso di rivelazione di segreti d'ufficio e traffico di influenze illecite. Faillace, secondo le accuse, avrebbe rivelato a Manuela Fanara, moglie di Ignazio Arena, le domande del concorso pubblico per l'assunzione di psicoterapeuti presso l'ASP di Trapani. La Fanara, grazie a queste informazioni privilegiate, è riuscita a posizionarsi al 18° posto nella graduatoria, ottenendo un punteggio di 48 su 50.
Le informazioni segrete le sarebbero state fornite a seguito dell'intervento di Francesco Coppola, ritenuto uno dei vertici della famiglia mafiosa di Alcamo, che agì su richiesta di Ignazio Arena. Coppola sfruttò il suo rapporto con Faillace e la sua posizione di potere all'interno di Cosa Nostra per garantire il successo della Fanara nel concorso.
Corruzione e favori in cambio
La mediazione di Coppola non fu gratuita. In cambio della sua intercessione con Faillace, Arena e Coppola avrebbero ottenuto vantaggi economici. Tra questi, la falsa assunzione di Francesco Coppola presso l'azienda agricola "Agriconsult Società Cooperativa", gestita dagli imprenditori Angelo e Giampiero Bambina. La falsa assunzione permise a Coppola di ricevere contributi previdenziali per 102 giornate lavorative, oltre all'indennità di disoccupazione, senza aver mai svolto alcun lavoro. Questo stratagemma era volto anche a garantirgli l'accesso al trattamento pensionistico.
In aggiunta, sempre secondo l'indagine, Ignazio Arena avrebbe ottenuto l'assegnazione di alcuni importanti lavori di scavo e movimento terra a favore del cugino di Francesco Coppola, Nicolò Coppola.
Il ruolo della mafia nel concorso
L'inchiesta ha portato alla luce un intreccio di interessi tra il mondo della mafia e quello istituzionale, dimostrando come la criminalità organizzata fosse capace di influenzare le assunzioni pubbliche, sfruttando la rete di relazioni e intimidazioni costruita nel tempo. Il concorso pubblico, che avrebbe dovuto garantire trasparenza e merito, si è invece trasformato in un’occasione per consolidare il potere della mafia locale.
Ignazio Arena, in particolare, è accusato di aver utilizzato la forza intimidatoria derivante dal ruolo associativo di Coppola Francesco all'interno di Cosa Nostra per influenzare il risultato del concorso. Le azioni illecite di cui è accusato comprendono la rivelazione e l'utilizzo di segreti d'ufficio, il traffico di influenze e la truffa ai danni dell'INPS di Trapani.
L'indagine ha messo in luce come la mafia continui a infiltrarsi in diversi settori della società, dalle elezioni politiche ai concorsi pubblici, utilizzando metodi intimidatori e corruttivi per raggiungere i propri obiettivi. L'inchiesta rappresenta un ulteriore colpo per il territorio trapanese, già segnato da numerose vicende legate alla criminalità organizzata.