L'operazione antimafia "Irene", condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha rivelato una fitta rete di relazioni tra politica, imprenditoria e mafia nei territori di Alcamo e Calatafimi Segesta. Dieci persone, tra cui politici locali come l'ex senatore Papanin e l'ex vice sindaco di Alcamo Pasquale Perricone, sono state arrestate, suscitando forti reazioni da parte dei sindaci e delle amministrazioni locali.
Il sindaco di Castellammare del Golfo, Giuseppe Fausto, ha espresso preoccupazione per la gravità della situazione: “L'operazione mostra un preoccupante spaccato di relazioni tra politica, imprenditoria e mafia. La criminalità organizzata continua a condizionare la nostra economia, il nostro sviluppo e la nostra società”. Fausto ha ribadito la necessità di opporsi alla mentalità mafiosa promuovendo una cultura della libertà attraverso l’educazione e la formazione delle coscienze, in particolare dei giovani. “L'unica via da seguire – ha concluso – è quella della libertà contro ogni forma di prevaricazione delle mafie”.
Domenico Surdi, sindaco di Alcamo, ha sottolineato l'importanza di questa operazione: “Plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine per l’operazione che ha condotto all’arresto, tra gli altri, dell’ex senatore Papania e dell’ex vicesindaco Perricone. Gli elementi emersi sulle relazioni tra politica, mafia e imprenditoria locale sono inaccettabili. C’è ancora molto da fare: politica e società civile non possono rimanere in silenzio”.
Anche l'amministrazione comunale di Calatafimi Segesta, attraverso le parole del sindaco Francesco Gruppuso, ha espresso il proprio apprezzamento per l’operato delle forze dell’ordine: “L’indagine ha documentato il rinnovato dinamismo delle ‘famiglie’ mafiose di Alcamo e Calatafimi Segesta. Ringraziamo la magistratura per l’attenzione al territorio, che permette di rendere sempre più sicure le nostre comunità”.
Infine, il movimento politico ABC - Alcamo Bene Comune ha espresso una dura condanna, evidenziando come l’operazione abbia messo in luce un sistema parallelo alla democrazia fatto di compromessi illeciti e condizionamenti. “Speriamo che si proceda con fermezza e trasparenza, affinché sia fatta piena luce su questi episodi di voto di scambio politico-mafioso. La strada verso la piena legalità è ancora lunga, ma non abbassiamo la guardia”.
Le dichiarazioni delle istituzioni e dei movimenti locali dimostrano una forte determinazione a proseguire la lotta contro la criminalità organizzata, promuovendo una cultura della legalità che coinvolga tutta la comunità.