Processo d’appello da rifare per il 44enne marsalese Vincenzo Ienna, condannato a due anni e 4 mesi di reclusione per detenzione di sostanza stupefacente (marijuana), munizioni e due coltelli a lunga lama.
Accogliendo, infatti, il ricorso dell’avvocato difensore Vito Daniele Cimiotta, la prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato la condanna, con rinvio ad altra sezione della Corte d’appello di Palermo. Ienna era stato arrestato dalla polizia a fine luglio 2022. Il primo dicembre dello stesso anno, poi, venne condannato dal gup del tribunale di Marsala Annalisa Amato a due anni e due mesi di carcere. Scelse l’abbreviato per avere uno sconto di un terzo sulla pena prevista dalla legge. Una settimana dopo, su richiesta del difensore, gli furono concessi gli arresti domiciliari. In appello la condanna venne confermata con un aumento di pena di due mesi. Adesso, bisognerà rifare il processo d’appello perché la Suprema Corte ha accolto le argomentazioni dell’avvocato Cimiotta, che ha evidenziato che “dell’auto al cui interno furono trovate pistola e machete non è stata accertata la proprietà” e che il mezzo era parcheggiato “su un terreno non di proprietà dello Ienna, anche se attiguo alla sua abitazione”.
E quindi sull’interpretazione del termine “disponibilità” (secondo l’accusa, armi e droga erano “nella disponibilità” dell’uomo) si è giocata la partita, vinta al momento dalla difesa. Nell’estate di due anni fa, nell’abitazione di Ienna, in contrada Cardilla, nell’entroterra marsalese, i poliziotti trovarono un chilo e 260 grammi di marijuana, suddivisa in 14 sacchetti di cellophane (dosi stimate: 178), un bilancino di precisione e tutto il materiale necessario al confezionamento delle dosi.