Si è tenuto mercoledì pomeriggio il convegno organizzato da Rete Civica della Salute, coordinatrice cittadina Rosalba Mezzapelle, sullo stato dell’arte del DM77.
Presenti all’incontro il Direttore Generale dell’Asp di Trapani Ferdinando Croce, il direttore del distretto socio-sanitario Marsala-Petrosino Rino Ferrari, il direttore del dipartimento cure primarie Ezio Fazio, il responsabile interconnessione Cot Fabio Carnesi, il responsabile della gestione tecnica Francesco Costa, il responsabile del servizio informatico aziendale Maurizio Bruno, l’infermiera di famiglia e di comunità Martina Castiglione, e la direttrice del dipartimento amministrativo dell’Asp Trapani Rosanna Oliva.
I saluti da remoto sono stati portati da Annamaria Di Blasi, coordinatrice provinciale di Rete Civica della Salute, e da Pieremilio Vasta, coordinatore regionale.
Il manager Croce ha centrato il punto dell’incontro: velocità nella realizzazione di progetti del PNRR ma, soprattutto, efficacia delle cure e prontezza di risposta agli utenti. Sotto la sua guida torneranno i comitati consultivi, che non sono stati più rinnovati; a breve verranno indette le nuove elezioni. Croce ha sottolineato: “Siamo in un momento epocale, abbiamo la possibilità di rivedere la sanità provinciale. La consegna dei lavori avverrà nei tempi previsti, il mio pensiero va già al primo aprile 2026”.
La rete ospedaliera e il ruolo delle case della comunità
Novità in merito anche alla rete ospedaliera, che verrà adottata in provincia di Trapani. È stata recepita dall’assessorato regionale alla Salute e, entro il 9 dicembre, verranno presentati dall’Azienda i rilievi. Croce ha poi aggiunto: “Trapani ha un primato, non siamo secondi a nessuno. Il lavoro è molteplice e ho sempre rappresentato le proposte di questa provincia”.
Obiettivo è la centralità del paziente e la continuità assistenziale, grazie al superamento della visione ospedalocentrica.
Il dottore Fazio ha ricordato che siamo stati i primi in Italia a rispettare i tempi previsti dal DM77, ma è necessaria anche la volontà politica, una sinergia che nella giornata di mercoledì è venuta meno. Nonostante gli inviti fatti, mancava la politica, salvo poi richiedere i consigli comunali aperti sulla sanità. Unica consigliera comunale presente è stata Elia Martinico; per l’Amministrazione comunale ha portato i saluti l’assessora Ingardia, ma alla discussione non ha presenziato nessun attore o dirigente politico.
Marsala è progetto pilota. Secondo Fazio il DM77 è perfettibile, e sulla carenza dei medici è necessario, ha detto, armonizzare le risorse perché stiamo andando verso un sistema irreversibile.
La necessità di fare rete è stata anche evidenziata da Rino Ferrari: “Basti pensare che oggi ci vogliono ancora sei mesi per il rinnovo di un piano terapeutico per un paziente oncologico. Messo in rete, tutto questo darà la possibilità al paziente di essere preso in carico in modo interdisciplinare”.
La casa della comunità accoglierà gli acuti, snellendo gli ospedali e offrendo servizi al territorio. Sono previste in tutta la provincia 13 case della comunità. La distribuzione delle strutture risale al 2022 e ha mirato a una distribuzione omogenea. Sono 4 invece le Cot.
L’ingegnere Costa ha puntualizzato che gli ospedali di comunità sono invece 3; il quarto ospedale, quello di Alcamo, vedrà la luce con fondi regionali. L’ammontare complessivo dei fondi è di 37 milioni di euro: 26 milioni dal PNRR, 5 milioni di euro dal fondo opere indifferibili. A questi si aggiungono circa 6 milioni di euro ex art. 20 del Ministero della Salute. Gli interventi da realizzare in totale saranno 20, incluso l’adeguamento sismico per l’ospedale di Trapani.
A Marsala le case della comunità saranno due, una in Piazza Pizzo e l’altra in via Trapani.
Le Cot e il fascicolo sanitario elettronico
Le Cot rafforzano il legame tra cittadini e professionisti della sanità. Fabio Carnesi ha relazionato sul punto: ci sono 4 Cot già operative, 50 in tutta la Sicilia. Sono aperte 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20, e saranno operative dal primo aprile 2024 ed erogano assistenza domiciliare.
Spazio anche al fascicolo sanitario elettronico, che ogni cittadino può richiedere avendo attivato lo Spid. Nel fascicolo c’è la storia clinica del paziente: dai referti ai vaccini, dalle ricette elettroniche alle esenzioni e ai referti del Pronto Soccorso. È un fascicolo connesso a livello regionale.
Criticità e necessità di personale
La dottoressa Oliva ha posto questioni importanti riguardo al tema del personale. Se da una parte le risorse del PNRR potenziano la sanità strutturalmente e implementano il sistema informatico, dall’altra non sono previsti finanziamenti per il reclutamento del personale medico e infermieristico. Ci si organizza dunque ad invarianza di spesa, ottimizzando le risorse ed eliminando le strutture piccole con pochi posti letto.
Il dottore Gaspare Rubino, che ha diretto la cardiologia di Marsala fino a qualche tempo fa, ha posto una questione fondamentale: bisogna prevedere un’area dedicata alla prevenzione.
Il rapporto OASI 2024: una crisi sanitaria strutturale
È stato presentato il 3 dicembre l’edizione 2024 dell’Osservatorio sulle aziende e sul Sistema sanitario italiano (OASI), pubblicato dal Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (CERGAS) di SDA Bocconi School of Management.
La 25esima edizione del rapporto fotografa una situazione drammatica per il SSN. Servono al Paese circa 40 miliardi di euro per la sanità pubblica, cifra che consentirebbe di raggiungere appena i livelli di investimento di altri paesi europei.
Gli ultimi 20 anni di governi nazionali hanno realizzato un sottofinanziamento della sanità, che ha portato a un abbassamento della qualità della vita della popolazione. Torna preponderante la questione del gap tra Nord e Sud: chi nasce a Bolzano vive in buona salute per oltre 66 anni, mentre chi vive a Potenza scende sotto i 53 anni.
Negli ultimi vent’anni, la popolazione italiana over 65 è cresciuta fino a raggiungere il 24% del totale. Circa quattro milioni di anziani non sono autosufficienti, ma il welfare pubblico riesce a prenderne in carico solo uno su tre, lasciando che gli altri siano affidati alle famiglie.
Il rapporto evidenzia anche come il Sistema sanitario prescriva molto di più rispetto alla sua capacità erogativa, disperdendo risorse e allungando le liste d’attesa. Solo il 52% delle visite specialistiche è erogato dal pubblico.
La soluzione, suggerisce il rapporto OASI, è riorganizzare la rete ospedaliera, accorpare servizi territoriali e promuovere la digitalizzazione e la telemedicina.