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08/12/2024 06:00:00

Salemi. Il caso della Casa di riposo San Gaetano abbandonata

Della “Casa di Riposo San Gaetano” Tp24 si era gia’ occupato nel dicembre di sette anni fa. Potete leggere qui. Ma, sia da parte della maggioranza e sia da quella dell’opposizione dell’epoca, nessuno si prese la briga di andare a indagare sui motivi per i quali una struttura nata per alleviare la solitudine e la sofferenza di tanti anziani venisse abbandonata all’incuria e alle ortiche. Un silenzio assordante.

E dire che fino agli anni settanta

A rimettere sul tappeto le sorti di questa struttura oggi e’ il consigliere comunale di del gruppo misto Dario Verde.

Con una interrogazione al sindaco Vito Scalisi, ha chiesto all'Amministrazione se è pervenuta una nota da parte del commissario straordinario della Ipab (istituto pubblico di assistenza e beneficenza) con la quale comunica che ci sarebbe stato un cambiamento statutario. E come intende attivarsi per ridare vita alla Casa di riposo.

Non solo. Ma anche se la Giunta intende valutare se ci sono gli estremi per l'acquisizione dell'immobile della "Concezione" per poterla destinare ad uso pubblico, per finalità di carattere sociale.

Oggi la struttura di San Gaetano, a causa del disinteresse generale si trova in condizioni pietose, oggetto di saccheggi e vandalismi. Continuando così l’andazzo le condizione di degrado in cui versa l'immobile non potranno che peggiorare

A nulla, fino ad oggi, sono serviti gli appelli e gli incontri con i vertici dell'Assessorato regionale.
Non hanno nemmeno nominato un nuovo Consiglio di Amministrazione.

A gestire l'Ipab, sostiene Verde, è rimasto un commissario straordinario nominato dall’assessorato regionale. Il quale “con proprio atto, avrebbe modificato lo statuto dell'ente, esautorando di fatto il Comune dalla gestione”.

Stando così le cose, secondo Verde, il Comune dovrebbe impegnarsi a sollecitare la Regione per sbloccare l'iter di nomina del consiglio d'amministrazione della struttura, tenendo presente anche l’esistenza a Salemi di un altro immobile che insiste in pieno centro storico.

Si tratta della cosiddetta “Concezione”, che sorge di fronte l'ex collegio dei gesuiti, la cui proprietà formalmente e’dell'Ipab. Un immobile anche’esso abbandonato e pericolante tanto da destare preoccupazione per la pubblica incolumità.

Anche per questa struttura il consigliere Verde ha chiesto al Sindaco se “è intendimento dell'amministrazione attivarsi per valutare se ci sono gli estremi per l'acquisizione dell'immobile da poter poi destinare ad uso pubblico, per finalità di carattere sociale. Una struttura che potrebbe dare una risposta alle esigenze di tanti giovani e di tante famiglie e creare, al contempo, decine di posti di lavoro.”

Ma, per arrivare ad una celere soluzione per salvare la Casa di Riposo San Gaetano, secondo noi, ci dovrebbe essere una spinta oltre che politica anche morale.

Occorrerebbe un colpo d’ala. Mantenere a tutti i costi l’impegno d’onore assunto nei confronti di Gaetano Uddo dagli amministratori dell’epoca. Il cittadino salemitano che, 73 anni fa, nel lontano 1951, donò al Comune di Salemi ben 100milioni di vecchie lire con lo scopo di dare vita ad un’opera sociale.

Partito giovanissimo, a 18 anni, per l’America, in cerca di fortuna, a Los Angeles riuscì a costruire un piccolo impero nel campo delle costruzioni. A dispetto delle ricchezze accumulate, Uddo non dimenticò le proprie origini.

Conoscendo perfettamente le condizioni economiche e sociali degli abitanti del suo paese, decise di finanziare la costruzione di una confortevole Casa di Riposo, i cui beneficiari avrebbero dovuto essere gli anziani poveri e privi di sostentamento.

Dopo l’inaugurazione con stendardi e fanfare, le sue volontà erano destinate a non essere rispettate.
Gli anziani spesso non erano tra i più poveri, la gestione della struttura, con il passare degli anni, divenne strumento di sottogoverno, mira ambita di mediocri politici.

Non trattandosi dell’aurea mediocritas cantata da Orazio, la sua ingloriosa chiusura fu inevitabile. Con buona pace del giovane Uzzo che, diventato milionario, non aveva dimenticato le sue radici povere.

Franco Ciro Lo Re