Sei mesi di reclusione (pena sospesa) sono stati inflitti dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala ad una donna, G.C.A., accusata di violenza privata, vessazioni e diffamazione in danno di un’altra donna: Beatrice Giacalone. Alla base della vicenda ci sarebbero futili motivi di gelosia e interessi familiari.
La Giacalone, infatti, è un’ex nipote dell'imputatai, condannata anche al pagamento delle spese processuali e di un risarcimento danni da versare alla sua rivale, costituitasi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Nicola Gaudino.
I fatti oggetto del processo sarebbero avvenuti nell’arco temporale che va dal 2020 al 2022. La fase dibattimentale del processo è durata quasi due anni e ha visto in aula diversi testimoni, chiamati da entrambe le parti. Nei fatti, secondo la parte civile, “la condotta di violenza mentale, assumibile alla Angileri, nei confronti della parte offesa, Beatrice Giacalone, sua ex nipote, è sfociata in atteggiamenti e comportamenti ingiuriosi e violenti, condotte dal vincolo della continuazione, come citato dal Giudice nel dispositivo di condanna, che di fatto hanno leso la dignità personale e sociale della ricorrente”. Nel corso del processo si è cercato di mettere a fuoco i motivi alla base dei duri contrasti tra le due donne.