L'operazione antimafia di oggi fa luce sul mandamento mafioso di Mazara del Vallo, storicamente uno dei centri nevralgici di Cosa Nostra in Sicilia occidentale, comprendendo le famiglie mafiose di Mazara, Salemi, Vita e Marsala. Questa area ha rappresentato una base strategica per i grandi boss corleonesi come Totò Riina, Leoluca Bagarella e Bernardo Brusca, che qui trascorsero periodi di latitanza. Il mandamento è stato per anni sotto la guida di Mariano Agate, figura di spicco della mafia siciliana, e successivamente da uomini d’onore come Francesco Messina, Salvatore Tamburello, Vincenzo Sinacori e Andrea Manciaracina, tutti condannati per ruoli di vertice.
Negli anni più recenti, a partire dal 2006, il comando è passato a Vito Gondola, noto per aver organizzato il sistema dei "pizzini" che collegavano i vertici mafiosi al latitante Matteo Messina Denaro. Nonostante l’arresto nel 2015 e la successiva detenzione domiciliare, Gondola continuò a dirigere le attività del mandamento fino alla sua morte nel 2017. Dopo di lui, la leadership è passata a figure come Giovanni Mattarella, genero di Gondola, e, più recentemente, a una rete di affiliati come Pietro Burzotta e Paolo Apollo.
La famiglia mafiosa di Marsala ha visto nel tempo un susseguirsi di reggenti. Negli anni 2000, il comando era affidato ad Antonino Rallo, arrestato nel 2007 dopo un periodo di latitanza. Dopo di lui, il potere è passato al fratello Vito Vincenzo Rallo, che ha diretto la famiglia fino al suo arresto nel 2009. Durante la detenzione dei Rallo, la reggenza è stata assunta da Antonino Bonafede, anziano uomo d’onore, affiancato da Ignazio Lombardo. Vito Vincenzo Rallo tornò brevemente al comando nel 2013, ma fu nuovamente arrestato nel 2017 e condannato per associazione mafiosa.
Nel 2022, le indagini hanno portato a nuove misure cautelari nei confronti di membri di spicco del mandamento marsalese, confermando l’instabilità della sua leadership e il suo ruolo subordinato rispetto al mandamento di Mazara.
Il controllo mafioso delle aree di pascoloUno degli aspetti più significativi delle attività dei mandamenti di Mazara e Marsala è il controllo mafioso delle aree di pascolo, emblema dell'antico legame tra mafia e territorio rurale. Attraverso intimidazioni, danneggiamenti e imposizioni, Cosa Nostra ha storicamente regolato la spartizione delle terre, estromettendo i proprietari legittimi e imponendo il proprio dominio economico. Dopo la morte di Gondola, questo sistema è stato ereditato da affiliati come Burzotta e Apollo, coadiuvati da figure come Aurelio Anzelmo e Ignazio Di Vita.
Una struttura in evoluzioneNonostante i numerosi arresti e la pressione investigativa, i mandamenti di Mazara e Marsala continuano a rappresentare un elemento centrale nello scenario mafioso del Trapanese. La loro capacità di adattarsi ai mutamenti sociali ed economici, pur mantenendo radici nella tradizione agro-pastorale, dimostra la resilienza di Cosa Nostra e la necessità di un impegno continuo per sradicarne il potere.