"Ci appelliamo al Governo italiano e all'Unione Europea affinché intervengano con urgenza per ottenere la liberazione di Pakshan Azizi, attivista curda condannata a morte in Iran dopo un processo iniquo. Azizi, accusata di "ribellione alla Repubblica islamica e di far parte di gruppi armati curdi fuorilegge", è detenuta dal 2023 nel famigerato carcere di Evin, noto per le gravi violazioni dei diritti umani. La Suprema Corte di Teheran ha confermato una sentenza disumana, che rischia di condannare Azizi all'impiccagione per aver svolto attività umanitarie in Siria, prive di qualsiasi connotazione politica. Si tratta di una sentenza disumana volta ad arrestare il movimento Donna, Vita, Libertà, iniziato nel 2022 dopo l’uccisione di Masha Amini,” affermano i rappresentanti delle associazioni firmatarie dell'appello.
“Questo verdetto mira a intimidire le minoranze etniche e le donne che lottano per la propria libertà e i propri diritti.”
La vicenda di Azizi non è un caso isolato. È l'ennesimo tentativo del regime iraniano di soffocare il dissenso, colpendo le donne e le minoranze etniche. La sua condanna rappresenta un simbolo della repressione contro il movimento di protesta nato in risposta alla brutale uccisione di Masha Amini, simbolo della lotta per i diritti delle donne e delle libertà fondamentali.
“Occorre fare conoscere il più possibile questa ingiusta sentenza, svegliare le coscienze e mobilitarsi per salvare questa giovane donna,” aggiungono le associazioni. “L’Occidente deve condannare e adottare provvedimenti concreti contro i regimi che reprimono le libertà personali delle donne, negando loro dignità e diritti fondamentali.”
L’appello richiama anche l’importanza di una presa di coscienza collettiva: “Il rispetto della dignità e della libertà delle donne deve essere al centro dell’attenzione internazionale, non può essere relegato ai margini o dimenticato. Donne e uomini devono unirsi per gridare insieme no alla violenza contro le donne e alla violazione dei diritti umani.”
Tra le organizzazioni firmatarie, La Casa di Venere il Comitato Pari Opportunità del Comune di Marsala, UdiPalermo, UdiTrapani, UdiNapoli, Salute Donna Aps Napoli, Arci Donna e molte altre associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani e delle donne.
“C’è bisogno di dare sostanza alla Convenzione di Istanbul e restituire alle donne di tutto il mondo la libertà che troppe volte viene loro negata,” concludono.
L’appello è un grido per la vita e la libertà di Pakshan Azizi, ma anche un monito affinché la comunità internazionale non resti in silenzio di fronte alla repressione e alla violazione dei diritti umani.