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23/09/2024 16:03:00

 Blitz a Borgo Parrini: locali chiusi per irregolarità e riaperti nel weekend

A Borgo Parrini, a Partinico, celebre per la sua estetica ispirata a Gaudì e frequentato da turisti e visitatori, ha vissuto ore di grande tensione. Durante la settimana scorsa, un massiccio blitz dei carabinieri ha portato alla chiusura temporanea di numerosi ristoranti e locali a causa di gravi irregolarità. I controlli hanno svelato una serie di violazioni, tra cui la presenza di lavoratori in nero, l'assenza di formazione obbligatoria per il personale, la mancanza di sorveglianza sanitaria e, in un caso, l’installazione di un sistema di videosorveglianza senza autorizzazione.

In particolare, 16 lavoratori su 30 sono risultati senza contratto, spingendo le autorità a emettere provvedimenti di sospensione delle attività imprenditoriali. Più della metà del personale impiegato nei vari locali non aveva un regolare contratto, un grave colpo alla legalità e alle regole del mercato del lavoro.

Nonostante il duro colpo, i ristoratori di Borgo Parrini si sono messi immediatamente al lavoro per sanare la situazione. Entro 24 ore dal blitz, gli esercenti hanno pagato le sanzioni, regolarizzato i lavoratori senza contratto e adempiuto agli obblighi previdenziali. Grazie a questa pronta risposta, i locali del borgo sono riusciti a riaprire in tempo per accogliere la consueta affluenza del weekend.

Le irregolarità contestate hanno comportato  sono costate circa 75mila euro per i ristoratori, ma nonostante l'impatto economico, Borgo Parrini potrà continuare a offrire i suoi servizi ai numerosi visitatori che frequentano la zona.

Ricordiamo che l'ideatore di Borgo Parrini, Giuseppe Gaglio, la scorsa primavera è rimasto nell'inchiesta della Procura di Palermo su corruzione e favori per ottenere commesse pubbliche nel settore dei servizi sociali. Il tutto ruotava attono alla cooperativa "Nido d'Argento" e al suo fondatorte e ideatore Gaglio, che è anche il promotore del "Borgo Parrini", dove avvenivano gli incontri con i funzionari collusi. L'inchiesta travolse diversi imprenditori e funzionari di diversi comuni siciliani tra i quali Marsala, con la funzionaria Maria Pia Falco e l'ex dirigente Nicola Fiocca