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12/11/2024 06:00:00

Trapani, squali spietati: si lanciano trionfalmente nel gotha del basket

  Squali spietati: infliggono la settima sconfitta di fila al Napoli e si lanciano trionfalmente nel Gotha del Basket. Il punteggio finale (95 a 85) non deve però trarre in inganno, poiché il Napoli se l’è giocata fino in fondo ed era sotto di soli 2 punti ad un paio di minuti dal termine.

Da un punto di vista tecnico non è stata una partita esaltante, una di quelle vittorie in cui si scatenano gli ormoni e “vengono concepiti i bambini”, come afferma la scienza ufficiale.

Ma fa terribilmente classifica e vedere una matricola così in alto a competere con le migliori del basket, fa esplodere di grande entusiasmo tutto un entourage che, a dire il vero, ci ha creduto fin dall’inizio.

Per Napoli invece sembrano lontani anni luce i tempi in cui si era aggiudicata la Coppa Italia. Paga un inizio di campionato in cui si è trovata vittima di infortuni e con partite, come quelle di Venezia, buttate alle ortiche. Ma con il rientro di Pangos (il migliore dei partenopei con 21 punti e 11 assist) e l’inserimento di Green, dovrebbe togliersi in breve tempo dalle sabbie mobili in cui è incappato.

Coach Repesa, ripetendo Brescia, sembra aver trovato la quadra nel quintetto iniziale. Inserendo Pleiss e facendolo giocare per 8 minuti preserva dai falli e dalle fatiche iniziali un Horton, ritenuto fondamentale sugli equilibri di gioco.  Appare la soluzione migliore al momento e credo che dovremo farci l’abitudine per il prosieguo. Assisteremo anche a molti up and down come quello di Galloway, impalpabile per i primi 3 periodi, ma determinante nel momento topico del match in cui ha piazzato i punti decisivi (12, per l’esattezza) per allontanare gli spettri che già aleggiavano nel fantastico PalaIlio. Al proposito, non esiste tecnico avversario che non sottolinei la magia di un Palazzetto che non si trasformi in bolgia dantesca, come nel Caveau de la Huchette a Parigi, in cui in cui, anziché suonare musica jazz, esplodono i peana di vittoria. Ed il riferimento va allargato al popolo trapanese e non solo ai magnifici “Trapanesi Granata” che assiepano anche gli impianti avversari. In un clima del genere- si cantava a squarciagola “Orgogliosi di essere trapanesi” - vengono coinvolti anche i giocatori che sembrano morsi dalla tarantola per le profonde accelerazioni che imprimono alle loro transizioni. In questo particolare fondamentale, si ritiene, che gli Shark non trovino rivali.

Se si deve accennare a qualche appunto, questo va indirizzato alle numerose palle perse nel terzo periodo, che ha consentito al Napoli di riequilibrare quando sembrava tutto pregiudicato. Ma tutto è bene quel che finisce bene, sostiene un entourage proiettato alle stelle. Una filosofia spicciola che coinvolge tutti, anche il profetico Presidente, fin troppo calmo nell' assistere al match. Tutti tranne per uno che con il suo aspetto burbero funge da ammortizzatore alle troppe celebrazioni e agli eccessi di impeto. Non sembra il tipo condizionabile dai background dei giocatori, pur eccelsi. Non guarda in faccia ad alcuno ed abbiamo assistito ai richiami in panchina di Pleiss, Robinson, Notae e di un Gallo (ex NBA, 452 partite) che non ne azzeccava una. I loro rientri in campo, dopo essere stati stesi ad asciugare in panca, stranamente coincidevano con performances degne della loro fama e del loro bagaglio tecnico.

In estrema analisi una squadra che attraversa un ottimo periodo di forma, con una panchina lunga che permette al coach, bosniaco di nascita ma internazionale di esperienza, di poter coinvolgere tutti senza per questo perdere in intensità e valore tecnico. Si è sicuri che Repesa farà rivedere decine di volte le immagini del terzo quarto, il peggiore fin qui disputato con innumerevoli palle perse e scellerate scelte in attacco ed in cui si sono segnati solo 8 punti più che gli alley oop di Horton o i funambolici assalti a canestro di Robinson. E’ di dominio pubblico che sia un cultore dei dettagli, proprio quelli che decidono le partite quando il risultato è in equilibrio. E lo sarà per tutto il resto del campionato: nella massima serie non esistono squadre materasso su cui saltare come acrobati con una certa facilità. Anche break che si avvicinano ai 20 punti possono essere rimontati in soli 10 minuti e rimettere tutto in discussione. Come d’altronde già successo nella vittoria contro Varese o nella partita persa, di un filo, con Bologna.

Il sorcio verde