Questo avviene di solito con l’introduzione all’interno del corpo umano di una telecamera in grado di verificare direttamente lo stato di salute di questi organi e all’occorrenza fare anche un prelievo utile per la biopsia, senza dover ricorrere al bisturi. Solitamente però è un esame che tutti cercano di evitare, a causa della fastidiosa sensazione di soffocamento e conati di vomito che si avvertono non appena il tubicino viene fatto passare attraverso il luogo più ovvio: la gola.
Ma la tecnologia ha permesso di ovviare a tutto questo, grazie alla cosiddetta gastroscopia trans-nasale: il tubicino ha dimezzato le sue misure: da 9,8 mm di diametro è passato a 4,9 e dunque può passare attraverso una narice, senza creare disturbi. Spiega meglio il Prof. Luca Pecchioli Responsabile del Servizio di Medicina e Chirurgia dell’Apparato Digerente dell’INI di Grottaferrata (Roma) che utilizza tale strumentazione nel suo reparto. “Per ridurre i fastidi della gastroscopia tradizionale spesso si ricorre a farmaci, come la lidocaina in spray per la anestetizzare localmente la gola evitando così i conati di vomito. Molti pazienti chiedono comunque la somministrazione per via endovenosa di farmaci per sedare lo stress da esame; altri ancora richiedono la sedazione profonda con l’ausilio dell’anestesista“.
La nuova tecnica risolve tutto ciò: il tubo, passando dalla narice arriva a destinazione senza passare dalla bocca in modo da evitare gli effetti spiacevoli e permettendo allo stesso paziente anche di dialogare con il medico.
“I risultati sono i medesimi della gastroscopia comune, ma con il massimo comfort”, prosegue Pecchioli. Per questo test basta soffiarsi il naso (in alcuni casi si può utilizzare uno spray decongestionante nasale). “E’ superflua ogni forma di sedazione. Si possono eseguire biopsie per la ricerca dell’Helicobacter Pylori e per esami istologici. La gastroscopia trans-nasale è particolarmente indicata per pazienti molto anziani, cardiopatici, con obesità patologica, affetti da Sindrome delle Apnee Notturne, bronchitici cronici ecc.”.
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