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18/07/2009 07:39:11

In mostra a Roma i disegni di Andrea Pazienza ispirati a Prévert


L’estate del 1972 è stata d’ispirazione per Andrea Pazienza, proprio in quei mesi ritorna sul suo Gargano e su un album da disegno formato A3 si ispira e si confronta con uno dei poeti più importanti del ‘900 Jacques Prévert, di cui è stato lettore e interprete finissimo.
Si incontrano così due artisti molto simili, antiborghesi, anarchici, forti e comunicativi, dove si percepisce in entrambi un amore disperato, fragile e tenero per tutto ciò che il potere e le maschere sociali negano.
Lillo Petrolo,attore e autore, amico di famiglia ricorda che nel ’72 Andrea aveva solo 16 anni eppure il segno era già maturo, leggero, fantasioso e con un gran senso del comico e dell’irriverente.
Il risultato di quelle tavole è finito in un libro, edito dalla Fandango, Jacques Prèvert di Andrea Pazienza, curato da Giovanni Ferrara, che spiega “ il libro nasce da 17 tavole in cui sono illustrati tre componimenti di Prevert: “Tentativo di descrizione di un balletto in maschera a Parigi”, che Andrea ha rivisitato e tagliato, “Lo spazzino(balletto)”, e “Entrate e uscite”.
Paz unisce la poesia col disegno eccelso, le tavole graficamente sono molto ricche, piene di dettagli e spunti che riutilizzerà poi nella sua carriera.
Giovanni Gaspari, sindaco del comune di San Benedetto del Tronto, ricorda che lo scorso anno, a vent’anni dalla scomparsa di Andrea è stato organizzato un Premio alle memoria con la promessa di realizzare una mostra. <<Cosi quest’anno, con questa mostra dei disegni di Paz ispirati a Prevert cerchiamo e speriamo di far conoscere a tutti un’artista scomparso troppo presto>>.
La Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto sul lungomare ospiterà la mostra “Andrea Pazienza disegna Prévert” dal 25 luglio al 3 settembre.
Oltre a queste tavole verrà esposto anche un quaderno inedito che Pazienza illustrò nell'estate del 1973 dedicandolo al suo professore Sandro Visca, che ritraeva spesso a lezione in mille caricature e nelle situazioni più stravaganti.
Il fratello Michele<< credo che questo soddisferà anche Andrea perché alla chiusura della mostra andrà in libreria, con una prefazione di Fernanda Pivano, cosi che quei pochi che non lo conoscono possano apprezzarlo>>.
Paz muore tragicamente appena 11 anni dopo, simbolo di una generazione che, come scrisse Tondelli, suo compagno di università, "non ha mai realmente, creduto a niente, se non nella propria dannazione", anche se questa dannazione ha saputo raccontarla con leggerezza, fantasia e una certa ironia.