Il sequestro del Buccaneer, un rimorchiatore di prop
rietà della Micoperi Contractors di Ravenna. è stata sequestrata l'11 aprile scorso mentre rientrava in Italia trascinando due bettoline. Da allora, sono stati quattro mesi di inferno per i sedici marinai a bordo. A settemila chilometri da casa (i marinai italiani sono originari di Torre del Greco, Mazara del Vallo, San Benedetto del Tronto, Gaeta, Ortona) alla fonda davanti al Puntland, minacciati di morte dai pirati, gli italiani hanno avuto paura e tanto caldo, a causa dei 50 gradi che si avvertivano alla fonda davanti alla del Puntland.
La Farnesina ha avviato subito trattative, ma non è stato facile risolvere la vicenda e individuare i veri interlocutori con cui trattare, a causa della guerra tra le bande di pirati somali, e dello stato di autarchia del Puntland, una regione della Somalia nord-orientale la cui autonomia non è stata riconosciuta dagli organismi internazionale. "Ascolta bene Napoli - è stata una delle telefonate giunte a uno dei familiari dei marinai - se vuoi rivedere i tuoi ragazzi vivi dovete trattare con noi che stiamo sul Buccaneer, non con quelli che stanno a terra".
Il governo italiano ha scongiurato blitz per liberarli, e ha intavolato una trattativa coi pirati, anche grazie alla collaborazione delle autorità somale. Fonti della Farnesina escludono il pagamento di un riscatto. Ma è probabile che i pirati del Puntland abbiamo rilasciato gli italiani solo aver ricevuto una contropartita in danaro.
Ha dichiarato il Sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi: “Sembra che la Città di Mazara del Vallo ritorni a sorridere! La liberazione dei marittimi della motonave Buccaneer vedrà finalmente il ritorno a casa del nostro concittadino Pasquale Mulone. Non posso che esprimere la contentezza della Città di Mazara del Vallo per questo atto, per il quale vanno ringraziati le Autorità diplomatiche, il Governo ed il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini.
Nei mesi d’attesa sono stati vissuti mementi di tensione da parte della famiglia Mulone, ma non abbiamo mai perso il gusto dell’ottimismo, giustificato da un intenso ed intelligente lavoro diplomatico”.