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16/10/2009 04:43:01

Pino Aleo: "Occhio agli speculatori sul prezzo dell'uva"

 

Non voglio entrare in polemiche perché rispetto le decisioni di ognuno. Vorrei azzardare a dire che normalmente è più difficile mettere insieme le sigle che non gli agricoltori. L’unità forte è quella degli agricoltori in effetti. Noi, attraverso le sigle, vogliamo portare gli agricoltori in maniera unitaria a dimostrare a questo governo che non ci ha dato risposte soddisfacenti. Basti pensare che  per la finanziaria approvata lo scorso maggio ancora l’assessore non ha emanato le circolari applicative che renderebbero subito operativi questi 5 punti importanti e, devo dire francamente, che è merito di tutto l’apparato politico siciliano se si è riusciti a mettere assieme dei punti in materia di agricoltura.

 

Fra i 5 punti qual è secondo lei il più urgente?

 

Il credito, sì. Quando parlo di azienda dobbiamo sostanzialmente dire agricoltore singolo, perché è indebitato. Chi è indebitato, e per esempio si trova già in sofferenza finanziaria, su questi 5 punti della finanziaria non potrà ottenere nessuna agevolazione, per cui lì ci vorrebbe un maggiore coraggio della Regione Siciliana per venirgli in contro. Ma aldilà di questo, il punto fondamentale è quello del credito agevolato, relativamente al Crias, cioè questo centro di credito regionale che è ora attivo per le imprese artigiane grazie al nostro movimento, grazie al Cia, siamo riusciti a far entrare anche il mondo agricolo. Certo ancora oggi la dotazione finanziaria non è sufficiente ma iniziamo con questi 15 milioni di cui 1,5 va orientato verso le cantine sociali.

 

È stata una vendemmia molto triste quella del 2009 anche perché la qualità del vino è stata ottima ma assolutamente pagata male…

 

Ancora non è stata pagata… Allora, l’errore fondamentale è che gli speculatori ogni inizio di campagna vendemmiale escono fuori con i “battitori liberi”, li chiamo così perché sono quelli che vanno in piazza e cominciano a battere il prezzo, tipo mercato del pesce.

 

Influenzando in questo modo il mercato…

 

Sì, non è così che si fa il mercato. Le strutture cooperative non hanno dato un orientamento, e questo mi fa piacere perché dai primi incontri avuti quest’estate l’orientamento è stato quello di non riuscire fuori con dei prezzi finali e di non uscire fuori con anticipazioni. Questa vecchia parola finalmente, con uno strumento che hanno sottoscritto quasi tutte le cantine a Menfi qualche settimana fa e loro stessi asseriscono che le anticipazioni sono frutto del pessimo mercato, dopo sette anni che lo dico mi fa piacere che le cantine abbiano capito che questa è una parola che non deve fare più parte della grammatica vitivinicola. Ma aldilà di questo, oggi come oggi cosa si può fare? È difficile dirlo, però se il governo avesse la volontà di intervenire con fatti concreti e non con messaggi mediatici e compromessi... Addirittura, per disunire le strutture messe assieme riconosciute dal Cnl, buttano soggetti che non hanno un riferimento per creare confusione così come è successo cinque anni fa. Però siccome siamo in democrazia, ognuno si può costituire come meglio vuole. Questo per dimostrare che hanno un’incapacità d’intervenire. Allora il governo cosa deve fare? Noi abbiamo detto una cosa semplicissima: la cabina di regia sui prezzi, ossia che il governo a costo zero convoca la filiera vitivinicola, si sottoscrive un accordo interprofessionale o di filiera, ogni tre mesi si fa un monitoraggio sui prezzi che stabilisca che quei prezzi debbano essere minimi su tutta la Sicilia, e poi ogni tre mesi si incontra una commissione paritetica per capire quali sono le difficoltà di mercato, cos’è che viene venduto, come potremmo intervenire per evitare che la Comunità Europea ci possa bloccare alcuni interventi per sostenere il nostro settore. Questo è un modo nuovo, moderno per incidere sui mercati, quindi saremmo noi eventualmente a determinare il mercato.

 

In questo momento stanno anche protestando lungo la statale 121 Palermo – Agrigento gli agricoltori siciliani…

 

Sì, sono i Cobas di un consorzio di tutela che normalmente si dovrebbe occupare del grano perché sono sostanzialmente produttori di grano, però purtroppo all’interno dell’assessorato hanno elementi che l’incoraggiano, questo è il problema.