E’ stato redatto dai tecnici del Settore Territorio ed Ambiente, coordinati dal dirigente Gianfranco D’Orazio. Soldi però non ce ne sono: il progetto prevede l’impiego di 5 milioni di euro, il cui costo dovrà essere coperto da un finanziamento che dovrebbe giungere attraverso i Pisu, ovvero i piani integrati di Sviluppo Urbano. A tal riguardo la Giunta Muncipale, nel giorni scorsi, ha approvato un apposito atto deliberativo nel quale viene ratificato il protocollo d’intesa per la costituzione della coalizione territoriale dei Comuni di Marsala, Mazara e Petrosino, che beneficeranno del piano di sviluppo territoriale denominato “Orizzonte mediterraneo”. Proprio grazie alla sottoscrizione di questo protocollo il Comune di Marsala potrà presentare l’istanza alla Regione Siciliana – Dipartimento alla programmazione – per la selezione dei piani integrati e dei progetti inclusi fra cui rientra quello per la riqualificazione dell’area di colmata. Servono dunque cinque milioni di euro, che non ci sono. E il Comune na dovuto chiedere 130.000 alla Cassa Depositi e Presiti per sviluppare la redazione della progettazione definitiva dell’opera.
Il Comune, quindi, smentisce se stesso: perchè poco tempo fa in un incontro al Palazzo Municipale sulla colmata di Casabianca fra Amministratori del Comune di Marsala e della Provincia Regionale di Trapani, collaborati dai rispettivi tecnici, lo studio di fattibilità per le opere di riqualificazione ambientale dell'area della colmata costava "solo" 3 milioni e 500 mila euro.
Quella della colmata di Marsala è una storia ventennale causa dai frangiflutti vicino la costa che hanno sciaguratamente causato un area di ristagno delle alghe che emanano nauseabondi odori e hanno reso tutta la zona paludosa. La scelta delle Amministrazioni interessate non è stata però quella di smantellare i frangi flutti e bonificare l'area, ma di coprire tutta l'area, per riempirla. Come? Con fanghi, sfabriciti e materiale di risulta.
Alla Colmata di Marsala ci sono ancora i fanghi del porto di Trapani.