Il prossimo 23 dicembre inizieranno i lavori di costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Un pensierino che costa al momento 1,3 miliardi di euro. I soldi li ha messi il CIPE, capeggiato da Gianfranco Miccichè, a titolo di anticipo rispetto ai 6,3 miliardi di euro previsti per la realizzazione del ponte. I cantieri apriranno proprio a ridosso di Natale.
Peccato che il prossimo 23 dicembre non si comincerà a lavorare sul ponte bensì alla cosiddetta “variante Cannitello”, ovvero l'interramento del tracciato ferroviario calabrese in prossimità di Villa S. Giovanni, il cui progetto è stato approvato dal Cipe nel marzo del 2006. Tre anni fa. Tutto previsto. Tutto finto. Enza Lojacono, docente di Diritto commerciale della facoltà di Economia all’Università di Messina, svela i termini della farsa, in quanto “si tratta di un 'cantiere di Rfi' la cui approvazione ed il cui finanziamento non hanno nulla a che vedere col ponte. Se così non fosse, peraltro, ciò implicherebbe un de-finanziamento per il ponte ed uno “storno” di fondi da parte del Governo”.
In Calabria vogliono spacciare l’apertura dei cantieri della bretella ferroviaria di Cannitello per i lavori del ponte ed il WWF non ci sta. Domani, a Villa San Giovanni, è prevista una manifestazione di protesta che coinvolgerà oltre ai vertici e agli attivisti del WWF Calabria e del WWF Sicilia, anche il Vice Presidente Nazionale, Raniero Maggini. La protesta nasce dalla decisione del Governo di considerare unilateralmente la “bretella ferroviaria di Cannitello" quale opera connessa e complementare al ponte, ribaltando l'accordo raggiunto con la Regione Calabria (Delibera Cipe n.83/2006) per cui era stato deciso che la variante di Cannitello servisse soltanto a migliorare ed implementare il sistema della rete ferroviaria regionale. Non si può fermare l'ottimismo, è il profumo della vita.
Il WWF teme che questa operazione di marketing sia stata progettata per manipolare l’opinione pubblica in vista delle elezioni regionali, previste nel marzo 2010, lasciando credere che i cantieri del ponte sullo stretto siano già partiti. L'ennesima farsa.
Non sarà la prima e neanche l'ultima. E' farsesco che il consorzio di imprese a cui è affidata la costruzione del ponte abbia come capofila la ditta Impregilo. Per chi non la conoscesse, ecco una breve rassegna stampa.
Impregilo è la stessa ditta che ha ottenuto uno slittamento ufficiale di tre anni sui tempi di consegna del quinto lotto da 60 chilometri della Salerno-Reggio Calabria. (link MilanoFinanza)
Nel marzo scorso il Tribunale di Firenze ha condannato in primo grado 27 persone, tra cui l'amministratore delegato di Impregilo, per lo smaltimento illecito di rifiuti durante i lavori di costruzione della tratta ferroviaria ad alta velocità Firenze-Bologna. Per l'accusa i lavori della Tav, tra prosciugamento di torrenti e falde acquifere e la contaminazione provocata dallo smaltimento dei residui di escavazione, hanno provocato danni per 751 milioni di euro. L'inchiesta, raccolta in oltre 100 faldoni e 3 dvd, aveva portato nell'estate 2001 anche al sequestro temporaneo dei cantieri. (link Reuters Italia)
Durante l'inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra, il Presidente Berlusconi definì i vertici di Impregilo “veri eroi”. L'azienda nel giugno del 2007 aveva subito il sequestro di circa 750 milioni di euro e i suoi responsabili nello stesso anno si erano visti recapitare più di un avviso di garanzia per l'ipotesi di reato di truffa aggravata. (link Il Sole 24 Ore)
E' farsesco come una cordata di imprese, in questa macro operazione, non rischi neanche un euro, a prescindere che il ponte, nel 2017, venga utilizzato da 140 mila vetture al giorno o da un autoraduno di Fiat 126 all'anno. All'associazione di imprese Eurolink (di cui fanno parte, oltre all’Impregilo, la spagnola Sacyr, la giapponese Ishikawajima-Harima e altre imprese italiane) il Governo si è impegnato a riscattare l’opera alla scadenza della prima concessione (30 anni) per un importo massimo pari alla metà del costo dell’investimento, se i ricavi della gestione non risultassero sufficienti. “In altri termini – spiega Lo Iacono - lo Stato “restituisce” al concessionario (la Stretto di Messina Spa) il 50% del valore investito: esattamente quanto sottoscritto dai privati. Tanto meno bene vanno i conti di gestione, tanto maggiore è la 'restituzione' da parte dello Stato, fino a garantire totalmente l’emissione obbligazionaria”.
Nel numero di MicroMega di questo mese, il giornalista Antonello Mangano analizza il rapporto tra le cinque città che vantano i ponti più lunghi del mondo ed il turismo: Kobe-Awaji in Giappone, l’arcipelago delle Zhoushan in Cina, Halsskov-Sprogø in Danimarca, le rive cinesi del Fiume Azzurro e Barton-upon-Humber nel Licolnshire. “Dovrebbero essere invase dai gitanti in base alla teoria oggi dominante tra i favorevoli al Ponte, secondo cui l'attraversamento stabile attirerà folle di curiosi sullo Stretto. In effetti esiste turismo a New York e San Francisco, ma non certo perché ospitano l’ottavo ed il nono ponte più lungo. Per il resto il Ponte è un atto di fede. Il calcolo costi-benefici è semplicemente imbarazzante. Il paradosso – continua Mangano - è evidente nello Stretto: quello stesso Stato che sta per sprecare cifre folli per un collegamento palesemente inutile non riesce a trovare i soldi per un traghetto pubblico che va avanti e indietro con una cadenza accettabile. I traghetti sono di fatto smantellati. Non hanno più orario. In estate il vettore privato, ormai assoluto monopolista, si è trovato a rifiutare i clienti in eccesso - per motivi di sicurezza una nave può ospitare un certo numero di passeggeri - ribadendo che spetta allo Stato assicurare la continuità territoriale. Nessuna risposta.”
Sembra la scommessa di fede di Blaise Pascal, se vinci, vinci tutto mentre se perdi, non perdi nulla. E' falso pensare che a perdere possano essere i cittadini siciliani e calabresi. Se la crisi dovesse continuare, un bel ponte lungo 3.660 metri, progettato per resistere a terremoti di 7,1 gradi della scala Richter e di affrontare venti con velocità superiori a 216 chilometri all’ora, potrebbe sostituirsi alla prima casa.
Vada come vada, i festeggiamenti non si possono rinviare, bisogna infondere ottimismo e sfoderare il sorriso buono, quello delle feste. Anche se i denti non sono più 32.