Il reperto è stato scoperto all'interno di un tempietto del 'Tophet', uno dei santuari per la sepoltura dei bambini "meglio conservati - si legge in una nota della Soprintendenza - di tutto il bacino Mediterraneo". La campagna di scavi condotta in quest'area archeologica, che presto dovrebbe essere nuovamente accessibile al pubblico, "ha messo in luce testimonianze, attraverso otto strati, dalla fine dell'VIII al IV avanti Cristo". Ed in particolare "diverse installazioni di culto, tra le quali il sacello quadrato posto al centro di campo di urne, nel quale probabilmente erano collocati simulacri divini e immagini apotropaiche". Intanto, prosegue la nota della Soprintendenza, "sono in corso studi sistematici sui resti ossei incluse analisi del Dna e di microstratigrafia interna con l'ausilio delle più moderne tecnologie, che potranno arricchire le conoscenze sugli antichi moziesi".
A partire dal mese di aprile 2009 con lavori preparatori e, poi, con un intervento diretto iniziato in ottobre e ancora in corso, il Servizio per i beni archeologici della Soprintendenza di Trapani, con il finanziamento della provincia di Trapani e la collaborazione della Fondazione Whitaker e dell’Università di Roma “La Sapienza” (in regime di convenzione con la Soprintendenza) ha messo in atto un progetto di restauro e valorizzazione del monumento più significativo dell’identità punica nel Mediterraneo.
Il Tofet di Mozia è uno dei santuari per la sepoltura dei fanciulli meglio conservati di tutto il bacino Mediterraneo e uno dei meglio conosciuti grazie al lavoro sistematico della missione diretta dalla compianta Prof.ssa Antonia Ciasca dal 1974 al 1993, quando fu lasciato incompleto il progetto di valorizzazione che oggi è stato ripreso con la direzione dei lavori e il coordinamento scientifico della dott.ssa Giglio.
La dott.ssa Giglio ha confermato che l’area archeologica ha rimesso in luce testimonianze, attraverso otto strati, dalla fine dell’VIII al IV a.C.: sono presenti diverse installazioni di culto, tra le quali il sacello quadrato posto al centro di campo di urne, nel quale probabilmente erano collocati simulacri divini e immagini apotropaiche.
Nella configurazione più antica sono presenti semplici segnacoli costituiti da ciottoli. Nella fase più recente il Santuario viene allargato con l’aggiunta di un tempietto con una singola colonna dorica, nel quale è stato rinvenuto un tronetto fiancheggiato da sfingi.
L’intervento di restauro e valorizzazione in corso prevede la protezione dei muri antichi e il posizionamento di copie (vasi, stele) in modo da rendere leggibile ai visitatori la particolare ricchezza del santuario.
In connessione con i lavori di restauro, sono in corso studi sistematici sui resti ossei incluse analisi del DNA e di microstratigrafia interna con l’ausilio delle più moderne tecnologie, che potranno arricchire le conoscenze sugli antichi moziesi.
Il Soprintendente, arch. Gini, ha assicurato che l’area del tofet sarà fruibile al più presto al pubblico.