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03/02/2010 10:12:20

"Ad Ariccia i colloqui per la pace in Medio Oriente". Ma in realtà si parlava di Erice...

Fin qui nulla di strano se non si fosse generato un equivoco sulla città deputata ad ospitare tale meeting internazionale. L'interprete che faceva da tramite tra il Presidente Berlusconi e il giornalista traduce che la cittadina scelta per ospitare l'evento è Ariccia, che tutti sanno essere un piccolo centro turistico nei Castelli Romani.

Ovviamente l’amministrazione comunale ha accolto subito con orgoglio quanto riportato sul più importante quotidiano israeliano e per voce del suo sindaco Emilio Cianfanelli si è resa subito disponibile ad ospitare capi di stato e di governo sul suo territorio: “La città di Ariccia è profondamente onorata per essere stata candidata dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ad ospitare i colloqui di pace arabo-israeliani. Il Comune di Ariccia a tal fine mette a disposizione la meravigliosa cornice del principesco Palazzo Chigi di Ariccia alle porte di Roma". "

Siamo pronti - ha concluso il primo cittadino ariccino- ad accogliere questo importante avvenimento nella nostra città, che fu dimora dei principi Chigi e laboratorio creativo del maestro Gian Lorenzo Bernini, che ad Ariccia realizzò con la Collegiata dell’Assunta il prototipo della Basilica di San Pietro”.

Peccato però che il Presidente del Consiglio non abbia mai pensato ad Ariccia come sede di un vertice mondiale e non ne ha mai fatto menzione a nessun quotidiano israeliano perché la città designata era ed è Erice, già nota per i suoi centri di studio e di ricerca sulle tematiche internazionali.

Infatti Ariccia è stata citata ed è stata per poche ore sulla ribalta internazionale solamente per un errore di traduzione dell'interprete che non si è accorto dell’imprecisione, forse perché non ha sentito bene, e ha tradotto Erice con Ariccia creando così un piccolo giallo a latere di una visita ufficiale del Presidente del Consiglio che pur essendo noto per le sue gaffe internazionali, stavolta è stato del tutto inconsapevole del malinteso.