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03/02/2010 06:00:00

Un tunisino era il "mostro di Salemi". Ma in realtà....

 

Syaibi Hichen è il tunisino che il 1 febbraio del 2009 divenne il “Mostro di Salemi”. Pesantissime le accuse a suo carico: violenza.jpgsequestro di persona, violenza privata, violazione di domicilio, violenza sessuale, lesioni personale aggravate, porto di armi od oggetti atti ad offendere. Giornale di Sicilia del 3 febbraio 2009: “Terrore a Salemi. Una casalinga picchiata e minacciata con un coltello sotto gli occhi del figlio”, “Tenta di violentare una donna e la fotografa: preso un tunisino”.

Salemi. Secondo la ricostruzione dei fatti Syaibi, 25 anni, quel giorno si sarebbe introdotto nell'abitazione di una casalinga di Salemi. Dopo averla picchiata selvaggiamente, fotografata con il telefonino e tentato di stuprarla sotto la minaccia di un coltellaccio, Syaibi si da alla fuga spaventato dalle urla del figlio di 5 anni della vittima che irrompe sulla scena del crimine.

La donna si reca immediatamente al pronto soccorso dove vengono riscontrati diversi traumi ed ecchimosi. Prognosi, 15 giorni. Insieme al marito, un uomo tunisino con regolare permesso di soggiorno, la donna si reca presso la stazione dei Carabinieri per denunciare il fatto e raccontare la dinamica del crimine. L'abitazione della donna è situata in periferia e lei non aveva sentito alcun rumore di auto o moto che giustificasse l'arrivo del criminale. I Carabinieri decidono di setacciare la zona limitrofa ed individuano immediatamente Syaibi, nascosto dentro un camion abbandonato e con il telefonino con il quale aveva fotografato le violenze arrecate alla donna. In quel momento nasce il Mostro di Salemi.

In quel momento Salemi diventa una città ostile, una città dove non è garantita la sicurezza dei cittadini. Si scopre che il Comune ha da tempo tolto il contributo simbolico (2mila euro annui) al “Centro di aggregazione per immigrati Giovanni Paolo II” sostenuto da padre Francesco Fiorino. Si scopre che a Salemi la gente ha paura di camminare per il centro storico perchè il Sindaco Sgarbi vuole che venga illuminato solo la luci fioche, per valorizzare la bellezza del posto. Per terrorizzare le bellezze del posto.

Il 5 febbraio 2009 il Gip convalida l'arresto del tunisino, rimarrà in carcere per quasi un anno. D'altronde era già conosciuto alle forze dell'ordine. Clandestino, già nel 2004 e nel 2006 era stato rispedito nella sua patria in quanto irregolare.

Il processo a suo carico inizia il 18 giugno 2009. Durante l'istruttoria la vittima dell'aggressione conferma quanto dichiarato presso la stazione dei Carabinieri. Syaibi è difeso dall'avvocato Edoardo Alagna, del foro di Marsala. A seguito delle domande di quest'ultimo la signora cade in contraddizione e chiede di continuare l'udienza a porte chiuse. Il castello accusatorio si scioglie, insieme al mascara.

La vittima e l'aggressore si conoscevano bene, erano amanti da circa sei mesi.

Cadono le accuse di violazione di domicilio, sequestro, porto d'armi e tentata violenza sessuale. La donna voleva troncare la relazione con il tunisino e questi ha reagito nel modo peggiore, picchiando l'amante. Il 19 gennaio scorso il Tribunale di Marsala ha dichiarato Syaibi Hichem colpevole di lesioni personali ed ha assolto l'imputato da tutti gli altri capi di accusa. Peccato che questa notizia non sia clamorosa, anche i bianchi picchiano. Ed i bianchi, è cosa risaputa, preferiscono avere paura solo dell'uomo nero.