La banda era composta da due italiani e tre tunisini: A.G., del '73, G.D., del '59, C.F., del '63, G.C., del '61 e M.K., del '71. Le indagini sono durate cinque mesi. L'ostacolo più grosso, per gli inquirenti, non è stato il curriculum criminale degli indagati ma piuttosto la vasta e fitta area nella quale venivano commessi i furti, oltre all'assoluta casualità con la quale venivano ripetute le intrusioni. I militari hanno approfondito le informazioni riportate dai cittadini ed hanno incrociato questi dati con i tabulati telefonici delle utenze di alcuni cellulari rubati dagli abitazioni interessate. Una serie di interrogatori incrociati hanno permesso di individuare le responsabilità specifiche di quella che si è rivelata essere una banda specializzata a rimpiazzare sul “mercato” la refurtiva proveniente dagli illeciti.