Nonostante 5 ore di seduta e la presenza nel corso della stessa (mai però tutti presenti in aula) dei 30 consiglieri comunali, del Sindaco e di 6 degli assessori (assenti soltanto Chianetta ed il vicesindaco Milazzo) nonché la presenza del dirigente dello staff legale avvocato Maria Grazia Floridia e del Dirigente del settore Territorio d Ambiente Gian Franco D’Orazio, alla fine come preventivabile è stato trovato il modo per ritardarne comunque la trattazione.
Ad inizio seduta Flavio Coppola (Udci) chiede, visti i punti trattati, se vi sia incompatibilità con qualche consigliere avvocato o con il Sindaco, e comunica la sua convinzione che la trattazione non sia di competenza del consiglio comunale.
L’avvocato Floridia precisa che l’avvocato, come libero professionista, effettua una difesa tecnica e non la ritiene incompatibile con la carica di consigliere, ma potrebbe essere soltanto un problema deontologico. Altra incompatibilità la chiede Enzo Sturiano (Mpa) sul Segretario di seduta, il dott. Fiocca, Dirigente del settore risorse finanziarie , ed anche in questo caso Floridia assicura di no perché è il consiglio comunale a decidere.
Nel corso della seduta si è più volte fatto cenno al comma 5 dell’articolo 7 della Legge 47 del 1985 che assegna oggi i poteri di gestione delle pratiche di abusivismo edilizio al dirigente responsabile dell’Ufficio Tecnico al quale spetta la competenza ad emettere l’ordinanza di demolizione sulle opere abusivamente eseguite e non sanabili, salvo che dalla relativa relazione tecnica lo stesso prospetti “l’esistenza di prevalenti pubblici” e “l’opera abusiva non contrasti con rilevanti interessi urbanistici e ambientali” , ed al comma di un’altra legge che ha convertito l’art. 49 del 1971 che viene interpretata come la decisione finale debba essere espressa dal Sindaco e non del Consiglio.
Agli atti viene allegata una nota che l’Assessorato Territorio ed ambiente della Regione Siciliana invia al comune di Vizzini (CT), per delucidazioni su una situazione come quella del comune di Marsala che non si riesce bene ad “interpretare” tanto che anche il comune di Marsala ha chiesto ulteriori delucidazioni.
Ma certamente qualunque sia la risposta dell’Assessorato, non vi è nessuna possibilità che gli immobili ritornino agli ex proprietari, dovendosi decidere soltanto per la demolizione degli immobili abusivi che sono già di proprietà del comune di Marsala. Dopo la demolizione a cura del cCmune ed a spese dei precedenti proprietari, il Comune potrà vendere l’area all’incanto. L’unica alternativa alla non demolizione è l’esistenza di "prevalenti interessi pubblici "sulla quale dovrà esprimersi, appunto, il Consiglio Comunale.
Il Presidente Oreste Alagna ha informato che la risposta gli è stata assicurata giungerà a breve, entro dieci giorni.
Altro problema è sorto sulla regolarità o meno delle delibere presentate che riportano soltanto il termine “demolizione” e non anche la dicitura “mantenimento per prevalenti interessi pubblici”. Insomma ogni occasione è buona per cercare di prendere tempo per la non trattazione.
Alla fine, considerato che la risposta della Regione giungerà a breve e comunque entro la prossima sessione consiliare, viene decisa la votazione per la sospensione. I consiglieri presenti erano 21 e si sono espressi con 17 voti favorevoli (Sturiano, Coppola, Alagna O., Ingrassia, Alagna A., Martinico, De Maria, Mauro, Montalto, Mezzapelle, Urso, Milazzo, Parrinello, LA Vela, Figuccia, Accardi, Provenzano e 4 contrari (Licari, Gesone, Pipitone e Monteleone). Si decide pertanto di riprendere il punto 12 già sospeso nella seduta di prosecuzione del 19 febbraio riguardante il Regolamento della Consulta Comunale ma alle 23,20 viene deciso di chiudere seduta e sessione consiliare. Che tristezza.
Sergio Oliva