L'episodio sarebbe avvenuto ieri sera, ma non trova ancora conferme ufficiali da parte della Questura. Gli extracomunitari avrebbero comunque aggredito in massa uno schieramento di agenti di polizia, anche con lanci di suppellettili. I poliziotti sono riusciti infine a sedare la rivolta, bloccando quattro rivoltosi, tunisini e marocchini.
Sono accusati di e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Gli agenti rimasti contusi nello scontro sono stati medicati al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani e dimessi con prognosi di pochi giorni. I quattro nordafricani sono stati invece reclusi nella casa circondariale trapanese e sono in attesa del giudizio direttissimo.
Scrive in una nota il Coordinamento per la Pace di Trapani: "La rabbia e la disperazione tornano a esplodere nel CIE "Serraino Vulpitta" di Trapani: l'ennesima rivolta che dimostra quanto sia forte la voglia di libertà di chi desidera vivere degnamente la propria vita fuori da queste strutture detentive, contro le leggi razziste e le criminali frontiere della Fortezza Europa. Un episodio che conferma la quotidiana insostenibilità delle politiche repressive nei confronti degli immigrati.
Repressione che non accenna a esaurirsi ma che, anzi, il governo intende rilanciare. Non solo con l'apertura di nuovi Centri di Identificazione ed Espulsione in tutta Italia, ma anche con l'annunciata esecuzione urgente dei rimpatri di massa di immigrati tunisini e algerini in virtù dei recenti accordi tra Italia, Tunisia e Algeria. Dal Viminale fanno sapere che le deportazioni - perché di questo si tratta - saranno giornaliere fino a "esaurimento delle persone raggiunte da espulsione che si trovano nei CIE".
Un'altra vergognosa dichiarazione di guerra a un'umanità schiacciata dall'ingiustizia e dallo sfruttamento".
Intanto una banda che gestiva il traffico di immigrati clandestini è stata sgominata nella notte dalla Polizia a Palma di Montechiaro (Agrigento). Arrestate sette persone, tra cui 4 italiani. Gli agenti hanno fatto irruzione in un casolare di Cala Vicinzina, nei pressi del castello medioevale di Palma, e all’interno hanno trovato almeno 150 immigrati appena approdati con un’imbarcazione che li ha aveva lasciati sulla spiaggia. Il blitz è scattato grazie a un’intercettazione telefonica in cui due degli indagati parlavano dello sbarco che si sarebbe verificato da qui a poche ore. Il blitz ha permesso di bloccare un centinaio di immigrati, mentre un’altra trentina si è data alla fuga nelle campagna di Palma. All’interno del casolare, diroccato e di proprietà dell’ex sindaco di Palma, Rosario Gallo che era del tutto all’oscuro della vicenda, è scoppiata una sommossa da quanti erano stipato all’interno che è stata sedata a fatica dai poliziotti. Un agente è stato ferito alla testa da un oggetto contundente ed è stato medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Licata con una decina di punti di sutura. Secondo l’inchiesta della Procura, coordinata dal sostituto procuratore Giacomo Forte e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, ci sarebbero stati diversi altri sbarchi di clandestini sul litorale di Palma grazie alla base operativa creata sulla terraferma dal gruppo di italiani.