A riportare la notizia è l’edizione palermitana di Repubblica, in un articolo a firma di Salvo Palazzolo. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano nel mirino sarebbe finita la squadra Catturandi, i protagonisti degli arresti eccellenti: dai Lo Piccolo a Nicchi, passando da Raccuglia. Attenzioni che sono state concentrate su di loro dopo la costituzione di un gruppo speciale – con uomini della mobile di Palermo, di Trapani e dello Sco di Roma – per la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro.
In procura l’indagine è nelle mani del procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e del sostituto Francesca Mazzocco. Non è stato possibile identificare gli uomini che hanno fermato la moglie dell’ispettore, le telecamere che hanno ripreso l’auto hanno fornito immagini a bassa risoluzione. Si rivedono, dunque, le confidenze rilasciate ai carabinieri del Ros a proposito di un summit con Messina Denaro, avvenuto allo stadio Renzo Barbera di Palermo dove, secondo la fonte confidenziale, il boss di Castelvetrano si sarebbe opposto a propositi di attentati contro magistrati e forze dell’ordine.
Il progetto per la cattura del numero uno di Cosa nostra è stato iniziato dall’ex capo della Catturandi di Palermo, Mario Bignone, che all’indomani della cattura di Gianni Nicchi ha scoperto di avere un tumore al cervello. Dal letto dell’ospedale è nata la squadra che gli sta dando la caccia e indiscrezioni parlano di qualcosa di più consistente di semplici piste per arrivare a Messina Denaro. Bignone è morto lo scorso 21 luglio e i suoi uomini ora vogliono terminare il lavoro. “Non mi lascerò intimidire, nessun poliziotto a Palermo farà mai un passo indietro” ha detto a un amico l’ispettore minacciato prima di allontanarsi dalla città .