Parenti e amici hanno confermano agli investigatori che il giovane stava attraversando un periodo difficile ed era preoccupato per il suo futuro lavorativo. Ad ottobre avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea e temeva di non riuscire a trovare un lavoro corrispondente alle sue aspirazioni, sentendosi preclusa ogni possibilità di carriera accademica.
Il padre Claudio, 55 anni dipendente regionale in pensione, parla di un vero e proprio omicidio di Stato, accusando i vertici del nostro Paese di non curarsi affatto della situazione dei giovani e della mancanza di lavoro. «Si era laureato in filosofia della conoscenza e della comunicazione, con 110 e lode. A dicembre si sarebbe concluso il dottorato di ricerca della durata di tre anni svolto senza alcuna borsa di studio. I docenti ai quali si era rivolto gli avevano detto che non avrebbe avuto futuro nell'ateneo. E io sono certo che saranno favoriti i soliti raccomandati». «Per guadagnare – prosegue il padre - 25 euro al giorno faceva saltuariamente il bagnino in un circolo nautico. Mi diceva che era anche un modo per imparare l'etica del lavoro».