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29/10/2010 05:37:55

Ieri la riesumazione della salma di Giuliano

Un pool di medici legali, su incarico della Procura di Palermo che, dopo quasi 60 anni, ha riaperto l'inchiesta a carico di ignoti, per omicidio e sostituzione di cadavere, ha riesumato la salma. "La struttura ossea pare ben conservata" dicono alcuni investigatori.

"È ancora presto - spiegano - per dire, però, se siano gli stessi fori evidenziati nelle foto del cadavere di Salvatore Giuliano". I resti sono stati deposti in una nuova bara per essere poi portati nell'istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo per l'esame del Dna. Dalle 8.30 alle 17 il camposanto sarà off limits al pubblico.

L'esame svelerà l'identità, da molti messa in dubbio, dell'uomo sepolto e , forse, fatto passare per Giuliano. Potrebbe esserci una svolta, quindi, sul primo grande mistero della storia della Repubblica, l'uccisione dell'uomo che negli anni convulsi del dopoguerra fu protagonista della stagione controversa e sanguinosa del banditismo in Sicilia. Sollecitati dagli esposti di alcuni storici e dai dubbi del dottor Alberto Bellocco, il medico-legale che ha comparato le foto del cadavere del bandito, i pm di Palermo hanno deciso di vederci chiaro.

Il sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, si augura "che nella bara ci sia veramente Giuliano per evitare illazioni che screditano quello che ha fatto lo Stato". "Ringrazio comunque i magistrati che hanno avuto coraggio - aggiunge - e che vogliono riscrivere la storia. Qualunque sia, però, ricordiamoci sempre che qui è stato sconfitto il banditismo". Il sindaco ha polemicamente fatto notare che Montelepre "sconta" il fatto di essere il paese originario di Giuliano. "I turisti - conclude - vengono qui per lui e non per i nostri tesori artistici".

Il corpo sepolto a Montelepre potrebbe essere quello di un uomo assai somigliante a Giuliano, un sosia, ucciso per permettere al bandito di fuggire dalla Sicilia. L'esame del Dna, dunque, darà le risposte attese per 60 anni. Risposte che non potrà più dare l'unico testimone che avrebbe potuto rivelare i retroscena dell'omicidio del bandito di Montelepre, l'avvocato Gregorio De Maria, proprietario della casa di Castelvetrano nel cui cortile venne trovato il cadavere. "L'avvocaticchio", come era soprannominato, è morto nel maggio scorso, a 98 anni, portando con sé nella tomba i segreti legati a un grande mistero della Repubblica.